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martedì 25 ottobre 2011
Ore decisive per il governo Berlusconi: "Potrei lasciare"
E' in corso a Palazzo Grazioli un vertice di maggioranza con il premier Silvio Berlusconi per fare il punto della situazione in vista del vertice europeo straordinario di Bruxelles. Alla riunione partecipano, oltre al premier, Angelino Alfano, i ministri Roberto Calderoli, Maurizio Sacconi e Roberto Maroni, nonche' i capigruppo di Lega e Pdl di Camera e Senato. La situazione per l'esecutivo Berlusconi è davvero drammatica: lo stallo politico con la Lega sulle pensioni dopo una lunga giornata di trattative ha portato ieri ad un nulla di fatto.
Ad ammette quanto sia grave la situazione è stato lo stesso Cavaliere, che a denti stretti a sussurato: "Stavolta potrei fare un passo indietro, potrei lasciare". Anche tra lo stesso consiglio dei ministri regna un certo pessimismo. "Stiamo trattando, mi pare ci sia questa ipotesi" che il governo possa cadere "ma i margini di trattativa ci sono", dice il ministro delle Infrastrutture, Altero Matteoli interpellato oggi dai cronisti. Intanto si fanno già delle ipotesi di governo tecnico, con Gianni Letta e Renato Schifani (che sarebbero sostenuti in questo caso anche dal Terzo Polo) principali candidati, ma si fa anche il nome di Mario Monti. L'idea sarebbe quella di un esecutivo "alla Ciampi", che servirebbe a tirare fuori l'Italia dal buco nero in cui sembra trovarsi attualmente.
ORE 12.34 - "Siamo, oggi più che mai, nella stessa barca in un mare in tempesta. Ciascun paese deve fare la sua parte e dobbiamo garantirci reciprocamente l'indispensabile solidarietà. Per l'Italia è il momento di definire - in materia di sviluppo e di riforme strutturali - le 'nuove decisioni di grande importanza' annunciate ieri nella dichiarazione ufficiale del Presidente del Consiglio". Lo afferma in una nota il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. "Gli sforzi già avviati e gli elementi positivi della nostra situazione sono stati certamente già illustrati a Bruxelles. Ma dobbiamo compiere tutte le scelte necessarie per ridurre il rischio a cui sono esposti nei mercati finanziari i titoli del nostro debito pubblico, rendere più credibile il nostro impegno ad abbattere tale debito e a rilanciare la crescita economica". Il presidente della Repubblica ha definito inoltre "inopportune e sgradevoli espressioni pubbliche - a margine di incontri istituzionali tra i capi di governo - di scarsa fiducia negli impegni assunti dall'Italia, non possono farci perdere di vista la sostanza delle questioni e delle sfide che abbiamo davanti"
ORE 12.37 - "Stavolta la situazione è difficile, molto pericolosa". Così il leader della Lega Umberto Bossi, al suo ingresso a Montecitorio. A chi gli chiede se si rischi la crisi di governo, risponde: "Certo". Poi aggiunge: "Il momento è drammatico, lo definirei così".
domenica 23 ottobre 2011
Terremoto in Turchia, si stimano tra 500 e 1000 morti
L'Osservatorio "Kandilli" di Istanbul ha stimato tra 500 e 1000 le persone uccise dal
terremoto di oggi nella provincia orientale turca di Van. Lo riferisce la Cnn turca. Nella città dell'est della Turchia colpita dal terremoto di magnitudo 6,6, sono in corso le operazioni per salvare persone intrappolate sotto edifici crollati. Lo mostrano immagini tv in cui si vedono molti edifici completamente crollati con gente che scava tra i detriti. Nel 1999 in Turchia due terremoti uccisero più di 20 mila persone nel nord-ovest. Nel 2003 un sisma di magnitudo 6,4 nella città sudorientale di Bingol aveva causato 177 morti
Muore Simoncelli, tragedia al MotoGP
Marco Simoncelli e' morto per le conseguenze del grave incidente nel quale e' rimasto coinvolto sulla pista di Sepang nel Gp della Malaysia. A dare la notizia e' stato il responsabile della comunicazione della Dorna. Simoncelli, 24 anni, era giunto in arresto cardio circolatorio al centro medico della pista.
IndietroStampa Invia Scrivi alla redazione precedentesuccessivaMotoGp: incidente a Simoncelli 23 ottobre, 11:24 Ritorna al dossier
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giovedì 20 ottobre 2011
Al Jazira: Gheddafi ucciso, la conferma il Cnt
Muammar Gheddafi è stato ucciso: la notizia è stata confermata ufficialmente dal Cnt, il governo transitorio libico. Il Cnt riferisce della morte di Gheddafi in seguito alle ferite riportate durante la cattura. Al Jazira, citando sue fonti, riporta che il rais è stato ucciso durante una sparatoria. Secondo Libya Tv, Gheddafi sarebbe stato ucciso con un colpo alla testa.
Il colonnello era stato catturato in una buca a Sirte e davanti ai combattenti del Cnt ha urlato: "Non sparate, non sparate!". Lo riferiscono gli insorti.
Mutassim Gheddafi, uno dei figli del rais, è stato trovato morto a Sirte. Lo ha riferito un comandante del Cnt.
Il figlio di Gheddafi Saif al Islam dovrebbe essere ancora alla macchia nel deserto libico meridionale. Lo ha detto un membro del Consiglio nazionale transitorio ad al Jazira.
Secondo l'emittente Libya Tv arrestato il potente capo dei servizi segreti dell'ex regime Abdallah Senoussi.
Le forze militari del Consiglio di transizione libico hanno annunciato di aver conquistato le ultime posizioni tenute dai pro-Gheddafi a Sirte. 'Sirte è stata liberata. Non ci sono più forze di Gheddafi' ha detto il colonnello Yunus Al Abdali. 'Stiamo dando la caccia ai suoi combattenti che stanno cercando di fuggire".
Citando fonti del Cnt, al Arabiya riferisce che a Sirte sono stati arrestati anche il ministro dell'Istruzione dell'ex regime Ahmed Ibrahim e uno dei consiglieri di Mutassim Gheddafi, figlio del rais.
La gente festeggia nelle città libiche la notizia della cattura di Gheddafi. Con continui collegamenti telefonici l'emittente araba Libia Tv sta facendo sentire la gioia dei cittadini, che si sono riversati sulle strade alla notizia, diffusa dal Cnt, dell'arresto del rais.
Il corpo di Muammar Gheddafi è arrivato a Misurata e sarà possibile mostrarlo in tv. Lo riferisce Al Arabiya che cita un giornalista della Reuters. Uno dei responsabili del Cnt, Mohamed Abdel Kafi all'agenzia Reuters aveva detto che il cadavere era stato portato in una località segreta per ragioni di sicurezza.
CNT, CONVOGLIO GHEDDAFI BOMBARDATO DA AEREI NATO - E' stato colpito da aerei della Nato il convoglio sul quale Gheddafi stava cercando di fuggire da Sirte. Lo ha riferito l'esponente del Consiglio nazionale di transizione Abdel Majid. "Gheddafi stava cercando di fuggire in un convoglio che è stato attaccato da aerei da guerra della Nato", ha detto Majid. Gli aerei hanno colpito quattro veicoli diretti a ovest. Il capo delle forze armate del regime Abu Bakr Yunus Jaber è stato ucciso durante l'attacco, ha aggiunto Majid, mentre il cugino e consigliere di Gheddafi Ahmed Ibrahim è stato catturato.
NATO, POSSIBILE RIUNIONE CONSIGLIO ATLANTICO - Nelle prossime ore il Consiglio Atlantico potrebbe riunirsi a livello di rappresentanti permanenti per fare il punto sulla missione in Libia e l'eventuale stop alle operazioni. Lo si apprende da fonti diplomatiche secondo le quali tutto dipende dalle comunicazioni ufficiali che giungeranno nelle prossime ore dal Cnt. Negli ultimi giorni, a quanto si é appreso, gli ambasciatori dei Paesi Nato stanno seguendo l'evolversi della situazione in Libia con cadenza quotidiana. E in questo contesto è stato avviato il dibattito su quando dichiarare ufficialmente conclusa la missione dell'Alleanza. Le fonti ricordano comunque che le operazioni della Nato sono state avviate non per catturare o uccidere Gheddafi, ma sulla base delle risoluzioni dell'Onu al fine di proteggere la popolazione civile.
FERMO IMMAGINE RAIS SU AL JAZIRA E AL ARABIYA - Il fermo immagine del corpo senza vita di Gheddafi sta scorrendo sulle emittenti arabe Al Jazira e Al Arabyia, che precisano però di non poterne verificare l'autenticità. Quello che si vede è un uomo molto somigliante a Gheddafi, privo di sensi, con parte del volto coperto di sangue. Da quello che si può capire dal fermo immagine qualcuno sta cercando di alzarlo tirandolo per le braccia. La France presse ha reso noto di essere venuta in possesso di una foto scattata da un portatile nella quale si vede il rais con il volto e gli abiti insanguinati.
CATTURATO PORTAVOCE GHEDDAFI VICINO A SIRTE - Il portavoce di Gheddafi Mussa Ibrahim è stato catturato vicino a Sirte. Lo ha detto il comandante Abdul Jalil Al Hakim, comandante dell'undicesima Brigata, assicurando di averlo visto con i suoi occhi.
Arriva il maltempo, nubifragio su Roma
Un forte nubifragio ha paralizzato Roma, creando 'fiumi d'acqua' per le strade. Un anziano e' morto annegato in un seminterrato, un altro risulta disperso. Forti i disagi per i cittadini: gli automobilisti sono rimasti bloccati in allagamenti e pantani, i cittadini che usano i mezzi pubblici hanno avuto non poche difficolta'. Gli autobus infatti hanno rallentato le corse a causa degli allagamenti, la metro e' stata chiusa. Disagi perfino al traffico aereo: lo stesso presidente della Repubblica, in partenza per Pisa, e' rimasto bloccato. Il sindaco Alemanno ha annunciato che chiedera' lo stato di calamita' naturale. Il Campidoglio ha attivato il numero verde 800 854 854 per informazioni ed emergenze.
L'anziano morto e' annegato in un seminterrato all'Infernetto, zona a sud di Roma. I Vigili del Fuoco stanno cercando un altro anziano a Castelporziano che risulterebbe disperso. Nella stessa zona una madre e il suo bambino, bloccati nella loro abitazione allagata, sono stati salvati dai pompieri. Evacuate anche diverse scuole e abitazioni a causa degli allagamenti. Su Roma e provincia sono attualmente impegnati circa 300 vigili del fuoco, arrivati anche dai comandi di Latina, Frosinone, Rieti e Viterbo.
Traffico in tilt sulle strade principali, sottopassi allagati e file chilometriche di auto. E' uno scenario di 'paralisi totale' quello che si presenta questa mattina sulle strade di Roma. Dalla Nomentana a via Cristoforo Colombo, da Corso Francia a Porta Capena passando per l'Appia la situazione è critica. Sono in tanti gli automobilisti che questa mattina hanno dovuto 'guadare' le vie della capitale. Per agevolare i cittadini, i varchi ztl sono stati aperti. E' dunque libero l'accesso al centro storico e Trastevere. In alcuni punti l'acqua era così alta che copriva totalmente le ruote delle macchine arrivando anche a metà portiere. Code sul Grande raccordo anulare ma soprattutto nelle vie consolari: sull'Appia, ad esempio, è tutto bloccato e per percorrere alcuni metri gli automobilisti hanno impiegato addirittura un'ora. Auto in panne, ferme sulla strada e sommerse dall'acqua fino quasi a metà portiera. Una giornata nera per i romani che questa mattina si sono messi alla guida della loro macchina per andare a lavoro. Il violento nubrifragio, che da diverse ore si sta abbattendo sulla capitale, ha costretto molti di loro ad andare a passo d'uomo o a fare ritardo in ufficio. Nel peggiore dei casi sono stati costretti a scendere e, polpacci immersi nell'acqua piovana, a spingere le proprie vetture in panne.
Per quanto riguarda il servizio metro, la linea B è stato disattivata tra Garbatella e Rebibbia (c'e un servizio sostitutivo su gomma), mentre per quanto riguarda la linea A, sono state chiuse per allagamento le stazioni: Termini, Manzoni, San Giovanni e Porta San Paolo, parzialmente fuori servizio anche gli accessi della stazione Ottaviano. Forti problemi anche per chi è a piedi: sono tanti i marciapiedi della capitale 'sommersi' da diversi centimetri d'acqua. Sempre a causa del nubifragio la ferrovia Roma-Lido è temporaneamente sospesa, la ferrovia Termini-Giardinetti non è attiva tra Centocelle e Termini e la metro B è stata riattivata tra le stazioni Policlinico e Rebibbia.
ALEMANNO: CHIEDO STATO CALAMITA' NATURALE. POLVERINI: VALUTERO' - Il sindaco di Roma Gianni Alemanno chiederà alla Regione Lazio "il riconoscimento dello stato di emergenza e il conseguente riconoscimento dello stato di calamità naturale per l'agricoltura e la protezione civile". Il riconoscimento dello stato di calamità naturale, ha spiegato Alemanno, "varrà come giustificazione per tutti i cittadini che non sono riusciti a raggiungere il posto di lavoro per l'interruzione dei servizi pubblici locali". "Sto andando in Regione, valuteremo insieme agli assessori competenti", ha detto la presidente della Regione Lazio Renata Polverini. "Naturalmente - ha aggiunto - mi sembra che la situazione sia molto seria, quindi è evidente che se c'é una richiesta ci sarà una presa in considerazione della Regione, ci mancherebbe altro. Soprattutto per i disagi che hanno dovuto sopportare i cittadini. Peraltro, mi sembra che abbiamo anche una questione più seria che riguarda una famiglia dell'Infernetto, speriamo non ci sia altro di così importante".
PIOGGIA IN CLASSI LICEO, CADONO PEZZI SOFFITTO - "Piove nelle classi, crollano pezzi di soffitto e uno finisce addosso ad uno studente". A denunciare quanto accaduto questa mattina al liceo Socrate di Roma è il collettivo Senza Tregua. "Gli studenti del Socrate - scrivono in un comunicato -, eccetto i minorenni sono fatti uscire e tornare a casa. Molte delle classi sono al momento inagibili a causa dell'acqua che continua a cadere dai soffitti. Proprio ieri gli studenti del collettivo 'Dante di Nanni', da anni attivo nella scuola, avevano consegnato alla vice presidente della Provincia Cecilia D'Elia un ampio dossier sulla disastrosa condizione dell'edilizia al Socrate".
IL TEVERE PER ORA NON PREOCCUPA, ALLERTA PER CORSI MINORI - In un'ora e mezza sono caduti 74 millimetri di pioggia. "Ancora non ci sono preoccupazioni per il Tevere", ha detto il sindaco di Roma, Gianni Alemanno. A causa del nubifragio il livello del Tevere si è alzato fin sopra alle banchine, solo nella zona urbana. I tecnici della Protezione Civile "escludono la possibilità di esondazione di Tevere e Aniene" (i cui livelli risultano comunuque più alti della norma) ma sono "in allerta nelle aree dei corsi d'acqua secondari, come il Fosso di Prato Lungo a Tiburtina".
CCISS, PIOGGIA PARALIZZA STRADE INTORNO A ROMA - Code al limite del blocco stradale su tutte le strade intorno alla Capitale. E' il centro Italia, infatti, la zona più colpita dal maltempo e dai temporali che hanno interessato in particolare la Capitale da questa notte. Il quadro di una mattinata drammatica per il traffico a Roma è tracciato dal Cciss. Su tutte le strade consolari come Tiburtina e Salaria e sulla Pontina si registrano code di chilometri. E' di nove chilometri la coda di auto per chi cerca di entrare a Roma dalla via Flaminia. Sulla Pontina auto bloccate da Tor de Cenci fino all'Eur. E' anche difficile muoversi dall'Eur verso il centro della città. Forti rallentamenti sono segnalati sull'autostrada di Fiumicino e 8 chilometri di coda si registrano tra la barriera est del raccordo e l'allacciamento con l'A24. La via Salaria è chiusa all'altezza di Settebagni. La via Tiburtina è chiusa dall'altezza di via Cave di Pietralata. Il traffico oltre alla pioggia e agli allagamenti risente anche della chiusura della linea A della metropolitana sull'intero percorso e della linea B tra Garbatella e Rebibbia. Molte le strade del centro congestionate dal traffico a causa di allagamenti, come via Cavour, via dell' Amba Aradam e viale Aventino.
ROMA, RINVIATA A DOMANI LA CONFERENZA DI BALDINI - A causa del maltempo che si è abbattuto in queste ore su Roma e che ha paralizzato le strade della Capitale, la società giallorossa ha deciso di rinviare la conferenza di presentazione di Franco Baldini. L'appuntamento con la stampa, inizialmente previsto per le 13:30 di quest'oggi, é stato rimandato di 24 ore.
PRIMA NEVE IN VENETO - Con i suoi 22 cm di coltre Ra Vales a 2615 metri di quota nel cortinese è la località dolomitica, e veneta in generale, con la maggiore precipitazione nevosa rilevata questa mattina dall'Arpav alle 8. Ad Arabba, sul monte Ornella sulle Dolomiti meridionali a 2250 metri i cm raggiunti sono 15 mentre a Coltrondo sul monte Croce la neve ha raggiunto i 14 centimetri. Niente neve per ora sulle prealpi bellunesi e veronesi mentre nel vicentino a Campomolon a1735 metri in Comune di Arsiero si sono depositati 9 centimetri. Tra i luoghi turistici maggiormente frequentati dagli sciatori si registrano i 12 cm ai 2200 metri di Pradazzo a falcade e i 10 cm. ai 1900 metri di Col dei Baldi di Alleghe-Zoldo. L'Arpav per la pianura prevede pioggia sino in tarda mattinata e l'abbassamento del punto neve sino a circa 900-1200 metri sulle Dolomiti e tra i 1200 e 1500 metri sulle Prealpi.
ESPERTO: PIOGGE PIU' INTENSE PER ESTATE ANOMALA - La violenza del nubifragio che ha colpito la zona intorno a Roma è accentuata dal caldo insolito degli ultimi due mesi, un fenomeno destinato a ripetersi. Lo afferma Massimiliano Pasqui, ricercatore dell'Istituto di Biometeorologia del Cnr. "Il temporale di questa mattina era atteso, e segna un po' l'inizio ufficiale dell'autunno - spiega l'esperto - la violenza di questo fenomeno è accentuata dal caldo che dura da metà agosto: le perturbazioni atlantiche trovano il mar Tirreno e il terreno a una temperatura molto più alta della media, e questo dà un 'surplus' di energia che aumenta l'intensità delle precipitazioni". Il fenomeno, spiega Paqui, è destinato a durare ancora: "Ci vorranno un paio di mesi prima che tutta l'energia in più venga scaricata - continua - in particolare già dalla settimana prossima ci aspettiamo una nuova perturbazione, più forte e più estesa di questa, che colpirà soprattutto la Sardegna e il nord Italia". Dietro il comportamento anomalo del meteo c'é anche lo 'zampino' dei cambiamenti climatici: "Uno dei segnali più chiari e misurabili dei cambiamenti climatici è proprio questo - spiega Pasqui - aumentano i giorni caldi all'inizio e alla fine dell'estate, con le conseguenze che vediamo. Queste piogge così forti peraltro non bastano a compensare la siccità dei mesi passati - sottolinea ancora il meteorologo - perché i terreni sono secchi, e quasi tutta l'acqua scivola via".
"Preso Gheddafi, è ferito"
La tv libica ha annunciato che Muammar Gheddafi "é stato catturato da combattenti". La tv precisa che il Cnt ha assicurato che i membri della famiglia Gheddafi riceveranno un processo equo.
L'ex leader libico e' stato ferito a entrambe le gambe. Il ministro della Difesa di Gheddafi, Abubakr Yunes Jaber, è rimasto ucciso nella presa di Sirte da parte degli insorti. Lo ha riferito una fonte medica.
Secondo l'emittente Libya Tv sono stati arrestati a Sirte, assieme a Muammar Gheddafi, il figlio Mutassim e il potente capo dei servizi segreti dell'ex regime Abdallah Senoussi.
Le forze militari del Consiglio di transizione libico hanno annunciato di aver conquistato le ultime posizioni tenute dai pro-Gheddafi a Sirte. "Sirte è stata liberata. Non ci sono più forze di Gheddafi - ha detto il colonnello Yunus Al Abdali, capo delle operazioni nel settore est della città -. Stiamo dando la caccia ai suoi combattenti che stanno cercando di fuggire".
AL ARABIYA,ARRESTATO A SIRTE MINISTRO ISTRUZIONE RAIS - Citando fonti del Cnt, al Arabiya riferisce che a Sirte sono stati arrestati anche il ministro dell'Istruzione dell'ex regime Ahmed Ibrahim e uno dei consiglieri di Mutassim Gheddafi, figlio del rais.
Trovato in una buca, avrebbe gridato 'Non sparate'.
mercoledì 19 ottobre 2011
Benzina, 15 giorni di sciopero
La protesta contro "il Governo che si rifiuta di liberalizzare il settore e cancella il bonus che riconosceva il ruolo di sostituto di imposta ricoperto dalla categoria". L'8, 9 e il 10 novembre, si legge in una nota, la prima tornata di chiusure"
ROMA. I gestori delle stazioni di distribuzione dei carburanti hanno proclamato 15 giorni di sciopero "contro il Governo che si rifiuta di liberalizzare il settore e cancella il bonus che riconosceva il ruolo di sostituto di imposta ricoperto dalla categoria". L'8, 9 e il 10 novembre, si legge in una nota, la prima tornata di chiusure.
Turchia, attentati Pkk 24 morti, oltre 18 feriti
Il Pkk, il partito dei lavoratori del Kurdistan, sferra un attacco quasi senza precedenti, con morti e feriti tra i militari turchi. Ed il premier di Ankara, Abdullah Gul, rispondendo immediatamente con una serie di raid aerei in Iraq, promette "una vendetta enorme".
Negli attacchi più sanguinosi dell'ultimo ventennio in Turchia, terroristi curdi del Pkk hanno ucciso la scorsa notte 24 uomini delle forze di sicurezza nel sud-est della paese al confine con l'Iraq causando anche una ventina di feriti, secondo un bilancio ancora provvisorio. Ankara ha reagito tornando a bombardare in territorio iracheno, dove sono stati inviati commando a caccia dei terroristi. I media turchi, citando varie fonti, hanno segnalato che "attacchi simultanei" sono stati portati per diverse ore a otto edifici di esercito e polizia nella montagnosa provincia di Hakkari.
Gli indipendentisti curdi del Partito di lavoratori del Kurdistan (Pkk), considerati una formazione terroristica da Ue, Usa e altri Paesi, hanno rivendicato gli attacchi su un sito internet. Il bilancio di 24 morti e 18 feriti è stato comunicato dal premier turco Recec Tayyip Erdogan correggendo al ribasso di due unità informazioni dei media turchi.
Per inseguire gli aggressori che rientravano nelle loro basi, quasi mille uomini delle truppe speciali turche sono penetrati in due punti per almeno quattro chilometri in territorio iracheno, anche con l'ausilio di elicotteri. Sempre nel nord dell'Iraq, aerei del'aviazione turca hanno ripreso a bombardare postazioni del Pkk nella regione del monte Kandil dove si nasconde la base principale del movimento considerato terrorista non solo dalla Turchia ma anche da Ue e Usa nel nord dell'Iraq. I bmbardamenti avvengono a fasi alterne da agosto e alcuni erano stati segnalati già ieri. Il capo di Stato maggiore Necdet Ozel ed il resto dei vertici militari turchi si sono portati nell'area per coordinare le azioni.
"La vendetta per questi attacchi sarà enorme", ha promesso il presidente della repubblica, Abdullah Gul, sottolineando da Istanbul che "La Turchia combatterà con decisione contro il terrore e non sarà mai scossa dal terrore". Il premier turco Recep Tayyip Erdogan ha annullato una visita in Kazakhstan e ha convocato ad Ankara un vertice anti-terrorismo. Per trovare un episodio più grave bisogna risalire al massacro di Bingol del maggio 1993, quando vi fu l'uccisione di 33 soldati di leva disarmati durante un trasferimento.
Divisi alla caduta dell'impero ottomano fra Turchia, Iraq, Iran e Siria, parte dei 12-15 milioni di curdi in territorio turco reclamano una maggiore autonomia da Ankara con una guerriglia indipendentista che, condotta dal Pkk, dal 1984 ha causato più di 45 mila vittime. Otto morti (cinque poliziotti e tre civili tra cui una bambina di due anni) vi erano stati solo ieri a causa di un attentato dinamitardo portando il bilancio degli ultimi due mesi ben oltre la soglia della 50 vittime. La tensione è cresciuta in Turchia dopo che sono falliti colloqui semi-segreti tra Stato e Pkk nell'ambito di una "apertura" delle autorità centrali alle richieste autonomista dei curdi annunciata nel 2009 ma ormai in stallo. Oltre ai raid aerei che in agosto avevano causato oltre 100 morti fra i guerriglieri, Ankara sta preparando da settimane una nuova operazione di terra anti-Pkk in Iraq ma non l'ha ancora lanciata in attesa che fosse Baghdad a stanare i terroristi annidati soprattutto nella zona del monte Kandil.
Sciopero paralizza Grecia Ad Atene e' battaglia
E' caos in Grecia per lo sciopero contro le misure anti-crisi che sta paralizzando il Paese. Intanto ad Atene si stanno registrando i primi incidenti, con il centro della citta' che sta diventando, secondo quanto riferiscono anche le tv, un campo di battaglia.
Tra manifestanti greci e polizia i primi incidenti sono cominciati sulla piazza Syntagma, davanti al Parlamento e su una via laterale. Alcuni giovani incappucciati hanno lanciato sassi e almeno cinque bottiglie incendiarie contro gli agenti schierati a difesa dell'edificio che hanno reagito esplodendo alcuni candelotti lacrimogeni
Una cinquantina di agenti in tenuta anti-sommossa si sono schierati a protezione del monumento al milite ignoto - che sorge sul lato frontale del Parlamento - sotto un nutrito lancio di pietre scagliate da decine di giovani incappucciati e muniti di maschere anti-gas. Su una strada laterale, altri agenti hanno lanciato una carica contro altri giovani vestiti di nero e anche loro con i volti coperti.
Oltre alla centralissima piazza Syntagma, anche le strade di accesso alla piazza sono ridotte a un campo di battaglia, con cassonetti delle immondizie dati alla fiamme, vetrine di negozi infrante e segnali stradali divelti. Il tutto è avvolto da una fitta nube di acre gas lacrimogeno.
LE RAGIONI DELLO SCIOPERO - Con lo sciopero di 48 ore cominciato questa mattina, le manifestazioni di protesta dei lavoratori greci contro le misure di austerita' varate dal governo socialista di Giorgio Papandreou e contro il multi-disegno di legge che domani sara' votato dal Parlamento, raggiungono il loro culmine. In giornata sono previste diverse manifestazioni di piazza ad Atene e nelle maggiori citta' del Paese.
Questo sciopero generale - il quinto dall'inizio dell'anno e il secondo di 48 ore da giugno - e' considerato il piu' vasto dopo la caduta del regime dei colonnelli (1974) ed arriva a paralizzare completamente il Paese dopo due settimane in cui si sono succeduti gia' decine di scioperi settoriali. Tutto e' fermo: scuole, ministeri, banche, uffici postali, ospedali, studi professionistici, supermercati, panetterie mentre sono tornati a lavorare i giornalisti di radio, tv e quotidiani. Il consiglio direttivo della Confederazione Nazionale del Commercio di Grecia (Esee) ha deciso la chiusura, per oggi, di tutti i negozi del Paese.
Anche i distributori di benzina resteranno chiusi in segno di protesta per le misure economiche del governo. Fermi anche i traghetti da e per le isole, i voli nazionali e internazionali e i controllori di volo che pero' si astengono dal lavoro solo per 12 ore, dalla mezzanotte di martedi' fino a mezzogiorno di oggi. Come gia' altre dicasteri nei giorno scorsi, anche il ministero della Giustizia e' da questa mattina occupato dagli impiegati del sistema carcerario. In un comunicato sostengono che ''la situazione nelle carceri ha raggiunto livelli molto pericolosi perche' che manca il personale in tutti i reparti che in certi casi raggiunge il 60% del necessario''.
Anche le guardie carcerarie hanno annunciato la loro adesione allo sciopero generale indetto dai due principali sindacati greci - Gsee e Adedy - e nello stesso tempo hanno proclamato una agitazione di 24 ore per venerdi' 21 ottobre. Durante lo sciopero non saranno permesse le visite ai detenuti da parte dei parenti o dei loro avvocati. Allo sciopero di oggi e domani, oltre i dipendenti del settore dei trasporti pubblici, partecipano anche i proprietari di taxi perche' il nuovo disegno di legge presentato dal ministero dei Trasporti non li soddisfa e chiedono al governo di ripristinare le legge precedente che prevedeva che il numero delle licenze per i taxi fosse collegato al numero degli abitanti di una determinata area geografica.
PER LO SCIOPERO DIMEZZATI I VOLI ATENE-ROMA - Collegamenti aerei tra Atene e Roma più che dimezzati oggi all'aeroporto internazionale Leonardo da Vinci a causa dello sciopero nazionale di 48 ore del settore pubblico e privato indetto in Grecia da due dei maggiori sindacati del Paese: l'Adedy e il Gsee che rappresentano rispettivamente i dipendenti statali e quelli del settore privato. Nello scalo romano, dove comunque non si registrano file di passeggeri in attesa, su 9 voli in programma nella giornata tra arrivi e partenze operati da varie compagnie aeree ne risultano cancellati 5, di cui 3 in arrivo e 2 in partenza.
Stop ai punti nascita alle Eolie, cittadini in corteo a Palermo
na delegazione di circa 300 abitanti delle isole protestano per salvare il presidio di Lipari. Previsto anche un sit-in davanti alla Presidenza della Regione. E oggi, nel corso delle audizioni in Commissione sanità dell'Ars, verrà ascoltato il sindaco di Lipari, Mariano Bruno
PALERMO. Una delegazione di circa 300 eoliani, che protestano per salvare il punto nascite dell'ospedale di Lipari, è partita stamattina alle 6,30, con il traghetto della Siremar diretta a Palermo dove darà vita a un corteo che si concluderà davanti alla Presidenza della Regione. Tra i manifestanti anche l'assessore al Comune di Lipari, Peppe Finocchiaro, nonché i consiglieri Bartolo Lauria, Gianfranco Guarino, Giacomo Biviano e Francesco Megna. Una cinquantina di persone sono partite invece da Salina, guidate dal sindaco Massimo Lo Schiavo. Una decina da Stromboli, cinque da Filicudi e Alicudi. Il gruppo proseguirà da Milazzo per Palermo, quindi raggiungerà Palazzo d'Orleans.
Oggi, nel corso delle audizioni in Commissione sanità dell'Ars, vengono ascoltati il sindaco di Lipari, Mariano Bruno, e il presidente della Commissione speciale sanità, Giacomo Biviano, che consegneranno il 'documento tecnico' sulle priorità nell'ospedale di Lipari.
martedì 18 ottobre 2011
Maroni: "Legge per arresti preventivi si preannuncia un autunno caldo"
Il ministro dell'Interno in Senato dopo gli scontri di sabato: "La cieca violenza di tremila incappucciati ha oscurato la protesta pacifica di migliaia di persone. Volevano il morto, come a Genova". E lancia l'allarme in vista della manifestazione in Val di Susa
ROMA -"C'era l'intenzione di attaccare sedi istituzionali, in primo luogo Camera e Senato. La polizia ha svolto il suo compito con integrità e precisione. C'era la volontà di ricreare l'incidente avvenuto a Genova durante il G8 e solo grazie alle forze ordine si è impedito che ci scappasse il morto". A parlare è il ministro dell'Interno Roberto Maroni nell'informativa al Senato sugli incidenti di sabato scorso a Roma. Maroni è al Senato per chiedere nuove misure in grado di prevenire le violenze di piazza: "La nuova emergenza di ordine pubblico che si è manifestata a Roma ha la sua principale fonte nell'area anarchica". Adesso "servono - continua Maroni - nuove norme preventive. Ci sono state molte polemiche sulla prevenzione. Le informazioni sul movimento dei violenti c'erano, ma ricordo che le norme di legge attuali non consentono di procedere al fermo o all'arresto di chi è solo sospettato di volere partecipare alle violenze". Che una legge preventiva sia necessaria Maroni lo aveva già annunciato ieri, insieme alla proposta per nuove misure legislative in grado di consentire alle forze dell'ordine di evitare più efficacemente le violenze. A sostegno delle parole di Maroni ieri era intervenuto anche il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, aprendo all'ipotesi che le nuove misure vengano introdotte per decreto. Le leggi attuali non consentono alle forze di polizia "di effettuare azioni di prevenzione nei confronti dei violenti", ha detto ancora il ministro. Da qui l'intenzione di proporre al Parlamento "nuove norme legislative che consentano - ha spiegato Maroni - di poter prevenire e impedire le violenze. È destituita di ogni fondamento" l'ipotesi che "non si sia fatto abbastanza sul fronte della prevenzione. Le informazioni c'erano e c'erano tutte. Ma - ha continuato - le leggi attuali non consentono azioni preventive, come a esempio gli arresti". Arresto in flagranza differita, Daspo anche per i cortei, uno specifico reato associativo per chi esercita violenza aggravata nelle manifestazioni, maggiori tutele giuridiche per gli operatori di polizia. Sono alcune delle misure legislative annunciate dal ministro dell'Interno. Ma servono "risorse", per questo, ha aggiunto il ministro: "Ho già chiesto al Consiglio dei ministri di venerdì di azzerare i tagli al ministero dell'Interno nei prossimi anni. Il ministero dell'Economia stanzierà 60 milioni di euro entro il 2011 per le spese necessarie alla gestione dell'ordine pubblico". "A titolo di esempio, segnalo un fatto avvenuto nella mattinata del 15 ottobre, poche ore prima dell'inizio della manifestazione - ha proseguito -: i Carabinieri hanno fermato quattro persone, appartenenti all'area anarco-insurrezionalista, che erano dirette alla manifestazione di Roma e che all'interno della loro auto trasportavano caschi da motociclista, parastinchi, 500 biglie di vetro, mazzette da muratore, una fionda professionale, un piede di porco, nonché una piantina della città di Roma. I quattro sono stati trattenuti, identificati, denunciati, ma poi rilasciati, non potendo i carabinieri trattenerli perché non avevano ancora commesso il reato di violenza e resistenza che si apprestavano a compiere di lì a poco. È per questi motivi che intendo proporre al Parlamento l'adozione di nuove misure legislative - ha sottolineato Maroni -, per consentire alle forze dell'ordine di fare ciò che ora non possono fare, cioè intervenire con efficace azione di prevenzione per impedire che le violenze vengano effettivamente attuate". Con gli scontri di Roma, "abbiamo visto materializzarsi una nuova forma di terrorismo, che potremmo chiamare terrorismo urbano", ha continuato Maroni. Sabato scorso a Roma c'è stata "un'inedita forma di terrorismo urbano", con la "cieca violenza di 3000 incappucciati che ha oscurato la protesta di migliaia persone che volevano solo manifestare". E tra gli incappucciati non c'era "nessun black bloc proveniente dall'estero". Poi il ministro è tornato a difendere le azioni delle forze dell'ordine: "Era più di vent'anni che non si usavano gli idranti e credo che il loro utilizzo sia stato molto utile", ha affermato ricostruendo le concitate fasi degli scontri. Poi il conto: "Complessivamente in 24 ore sono state impiegate tremila unità di polizia, carabinieri e guardia di finanza, coordinate da 107 funzionari della polizia di Stato". E un conto anche sui danni: "Nel complesso sono pari a circa cinque milioni di euro". La colpa è, secondo il resoconto del ministro, della fascia anarchica: "Nell'area romana frequentano centri sociali e gruppi come Acrobax, i Rash e gli Ultras romanisti del gruppo dei Fedayn". Poi c'erano "i disoccupati organizzati napoletani". Dei 12 arrestati, nove sono "residenti tra Roma e provincia, di cui uno solo noto alla Digos; poi c'è uno studente di Bologna che frequenta il gruppo Caos; un rumeno residente a Varese e un ragazzo varesino di 22 anni". Comunque, ha sottolineato, la principale area di riferimento è quella "anarchica". Subito il paragone con la Val di Susa: "Questa estate in Val di Susa era possibile cogliere la recrudescenza del fenomeno insurrezionale. La protesta 'No Tav' di domenica prossima è un laboratorio ideale per sperimentare le pratiche di guerriglia in previsione di un autunno caldo", ha detto Maroni. Che ha poi invitato a tenere alta l'attenzione sul corteo dove, ha riferito, "uno dei leader, Alberto Perino, ha detto che succederà qualcosa di brutto". Anna Finocchiaro, presidente dei senatori Pd, definisce "utili" l'arresto in flagranza differita ed il Daspo, ma esprime "un'ostilita chiara e limpida nei confronti del fermo preventivo" e ricorda che "qualcosa non ha funzionato se una città, già presidiata e allarmata da giorni sulla gravità dei disordini che potevano accadere, è stata in parte messa a ferro e fuoco". Marcia indietro da parte del leader dell'Idv Antonio Di Pietro sul ripristino della Legge Reale, perchè bisogna comunque "salvaguardare i diritti costituzionali dei cittadini" e ok a "mutuare le norme già vigenti per i facinorosi degli stadi alle manifestazioni politiche". Da parte sua, il ministro della Giustizia, Francesco Nitto Palma, ricorda che "siamo usciti dal terrorismo senza leggi speciali e riusciremo nello stesso identico modo ad arginare l'area del dissenso". Polemiche, poi, per le dichiarazioni del ministro Maurizio Sacconi che ha detto: "A Roma i violenti erano tremila. Per buona parte della manifestazione, fino alle quattro del pomeriggio, sono stati coperti dal corteo".
ROMA -"C'era l'intenzione di attaccare sedi istituzionali, in primo luogo Camera e Senato. La polizia ha svolto il suo compito con integrità e precisione. C'era la volontà di ricreare l'incidente avvenuto a Genova durante il G8 e solo grazie alle forze ordine si è impedito che ci scappasse il morto". A parlare è il ministro dell'Interno Roberto Maroni nell'informativa al Senato sugli incidenti di sabato scorso a Roma. Maroni è al Senato per chiedere nuove misure in grado di prevenire le violenze di piazza: "La nuova emergenza di ordine pubblico che si è manifestata a Roma ha la sua principale fonte nell'area anarchica". Adesso "servono - continua Maroni - nuove norme preventive. Ci sono state molte polemiche sulla prevenzione. Le informazioni sul movimento dei violenti c'erano, ma ricordo che le norme di legge attuali non consentono di procedere al fermo o all'arresto di chi è solo sospettato di volere partecipare alle violenze". Che una legge preventiva sia necessaria Maroni lo aveva già annunciato ieri, insieme alla proposta per nuove misure legislative in grado di consentire alle forze dell'ordine di evitare più efficacemente le violenze. A sostegno delle parole di Maroni ieri era intervenuto anche il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, aprendo all'ipotesi che le nuove misure vengano introdotte per decreto. Le leggi attuali non consentono alle forze di polizia "di effettuare azioni di prevenzione nei confronti dei violenti", ha detto ancora il ministro. Da qui l'intenzione di proporre al Parlamento "nuove norme legislative che consentano - ha spiegato Maroni - di poter prevenire e impedire le violenze. È destituita di ogni fondamento" l'ipotesi che "non si sia fatto abbastanza sul fronte della prevenzione. Le informazioni c'erano e c'erano tutte. Ma - ha continuato - le leggi attuali non consentono azioni preventive, come a esempio gli arresti". Arresto in flagranza differita, Daspo anche per i cortei, uno specifico reato associativo per chi esercita violenza aggravata nelle manifestazioni, maggiori tutele giuridiche per gli operatori di polizia. Sono alcune delle misure legislative annunciate dal ministro dell'Interno. Ma servono "risorse", per questo, ha aggiunto il ministro: "Ho già chiesto al Consiglio dei ministri di venerdì di azzerare i tagli al ministero dell'Interno nei prossimi anni. Il ministero dell'Economia stanzierà 60 milioni di euro entro il 2011 per le spese necessarie alla gestione dell'ordine pubblico". "A titolo di esempio, segnalo un fatto avvenuto nella mattinata del 15 ottobre, poche ore prima dell'inizio della manifestazione - ha proseguito -: i Carabinieri hanno fermato quattro persone, appartenenti all'area anarco-insurrezionalista, che erano dirette alla manifestazione di Roma e che all'interno della loro auto trasportavano caschi da motociclista, parastinchi, 500 biglie di vetro, mazzette da muratore, una fionda professionale, un piede di porco, nonché una piantina della città di Roma. I quattro sono stati trattenuti, identificati, denunciati, ma poi rilasciati, non potendo i carabinieri trattenerli perché non avevano ancora commesso il reato di violenza e resistenza che si apprestavano a compiere di lì a poco. È per questi motivi che intendo proporre al Parlamento l'adozione di nuove misure legislative - ha sottolineato Maroni -, per consentire alle forze dell'ordine di fare ciò che ora non possono fare, cioè intervenire con efficace azione di prevenzione per impedire che le violenze vengano effettivamente attuate". Con gli scontri di Roma, "abbiamo visto materializzarsi una nuova forma di terrorismo, che potremmo chiamare terrorismo urbano", ha continuato Maroni. Sabato scorso a Roma c'è stata "un'inedita forma di terrorismo urbano", con la "cieca violenza di 3000 incappucciati che ha oscurato la protesta di migliaia persone che volevano solo manifestare". E tra gli incappucciati non c'era "nessun black bloc proveniente dall'estero". Poi il ministro è tornato a difendere le azioni delle forze dell'ordine: "Era più di vent'anni che non si usavano gli idranti e credo che il loro utilizzo sia stato molto utile", ha affermato ricostruendo le concitate fasi degli scontri. Poi il conto: "Complessivamente in 24 ore sono state impiegate tremila unità di polizia, carabinieri e guardia di finanza, coordinate da 107 funzionari della polizia di Stato". E un conto anche sui danni: "Nel complesso sono pari a circa cinque milioni di euro". La colpa è, secondo il resoconto del ministro, della fascia anarchica: "Nell'area romana frequentano centri sociali e gruppi come Acrobax, i Rash e gli Ultras romanisti del gruppo dei Fedayn". Poi c'erano "i disoccupati organizzati napoletani". Dei 12 arrestati, nove sono "residenti tra Roma e provincia, di cui uno solo noto alla Digos; poi c'è uno studente di Bologna che frequenta il gruppo Caos; un rumeno residente a Varese e un ragazzo varesino di 22 anni". Comunque, ha sottolineato, la principale area di riferimento è quella "anarchica". Subito il paragone con la Val di Susa: "Questa estate in Val di Susa era possibile cogliere la recrudescenza del fenomeno insurrezionale. La protesta 'No Tav' di domenica prossima è un laboratorio ideale per sperimentare le pratiche di guerriglia in previsione di un autunno caldo", ha detto Maroni. Che ha poi invitato a tenere alta l'attenzione sul corteo dove, ha riferito, "uno dei leader, Alberto Perino, ha detto che succederà qualcosa di brutto". Anna Finocchiaro, presidente dei senatori Pd, definisce "utili" l'arresto in flagranza differita ed il Daspo, ma esprime "un'ostilita chiara e limpida nei confronti del fermo preventivo" e ricorda che "qualcosa non ha funzionato se una città, già presidiata e allarmata da giorni sulla gravità dei disordini che potevano accadere, è stata in parte messa a ferro e fuoco". Marcia indietro da parte del leader dell'Idv Antonio Di Pietro sul ripristino della Legge Reale, perchè bisogna comunque "salvaguardare i diritti costituzionali dei cittadini" e ok a "mutuare le norme già vigenti per i facinorosi degli stadi alle manifestazioni politiche". Da parte sua, il ministro della Giustizia, Francesco Nitto Palma, ricorda che "siamo usciti dal terrorismo senza leggi speciali e riusciremo nello stesso identico modo ad arginare l'area del dissenso". Polemiche, poi, per le dichiarazioni del ministro Maurizio Sacconi che ha detto: "A Roma i violenti erano tremila. Per buona parte della manifestazione, fino alle quattro del pomeriggio, sono stati coperti dal corteo".
domenica 16 ottobre 2011
Sicilia flagellata dal maltempo allagamenti in tutta l'Isola
Gran parte della Sicilia è colpita dal maltempo e dalle piogge che cadono dalla scorsa notte. A Palermo sono numerosi gli allagamenti soprattutto nei sottopassi, oltre che a Mondello, in viale Michelangelo e viale Regione siciliana, in via Messina Marine. Numerose le richieste di aiuto ai vigili del fuoco da parte di automobilisti fermi in strada.
Un violento temporale si è abbattuto a Messina e in particolare in provincia causando frane e allagamenti. A Tusa, nella zona tirrenica del messinese, il crollo di un costone roccioso in un strada comunale ha danneggiato un'autovettura. Allagamenti anche nella strada provinciale tra Librizzi e Raccuia nei pressi del campo sportivo, dove si procede a senso unico alternato. Piccole frane e smottamenti anche alle isole Eolie che attualmente sono isolate per le condizioni meteomarine. A Catania un forte nubifragio ha provocato danni e allagamenti in diverse zone. In un complesso edilizio di Aci Castello l'acqua è entrata nelle abitazioni raggiungendo il livello di un metro, e un 35enne è riuscito a salvarsi uscendo di casa dalla finestra. Le abitazioni sono state evacuate. Nella struttura pioggia e fango hanno coperto le auto posteggiate. Sul posto sono intervenuti anche i sommozzatori di vigili del fuoco.
A Catania, l'accesso nell'Aeroporto Internazionale di Fontanarossa, è stato bloccato dalle prime ore di stamani in seguito alla manifestazione di protesta degli abitanti dei quartieri vicini allagati dalle violenti piogge della notte scorsa. Alcuni cittadini per protesta sono saliti sui tetti delle loro abitazioni con la cantine allagate. Fra i mezzi bloccati anche equipaggi delle compagnie aeree il cui mancato arrivo in aeroporto ha reso impossibile il decollo di alcuni voli. E' il caso del Catania-Linate che, con 200 passeggeri a bordo, è stato costretto ad attendere per il decollo l'arrivo a Fontanarossa di un apposito equipaggio da Milano. E' di cinque ore il ritardo totale per il volo. La società di gestione dello scalo, la Sac, ha allertato le istituzioni competenti per ristabilire l'ordine pubblico. I ritardi registrati stamani avranno ulteriori ripercussioni sui voli che rientrano su Catania per coprire altre destinazioni. Il Palaghiaccio, dove si stanno svolgendo i Mondiali di scherma, stamattina è stato invaso dall'acqua e le gare hanno subito ritardi.
GUARDA / Il Palaghiaccio di Catania invaso dall'acqua
Il sindaco di Palermo, Diego Cammarata, ha insediato oggi a Villa Niscemi un tavolo tecnico permanente per fronteggiare i disagi dei cittadini in alcune zone della città legati al maltempo e, in particolare, causati dalle piogge abbondanti di questi giorni. Si tratta di una vera e propria task force, formata dagli assessorati alla Protezione civile, alle Infrastrutture e alle Manutenzioni, da Polizia municipale, Coime, Amap ed Amia Essemme, che si occuperà degli interventi necessari e che terrà costantemente sotto controllo il territorio. Opererà in collaborazione e in raccordo con il comando di Polizia municipale: i cittadini, infatti, avranno a disposizione il centralino dei vigili urbani (0916954111), per segnalare emergenze e problemi gravi causati dal maltempo. "E' un tavolo di coordinamento per predisporre interventi immediati e rispondere a situazioni di criticità e disagi che possono verificarsi per il maltempo - sottolinea il sindaco - e che effettuerà un costante monitoraggio del territorio. I tre assessori, con le loro strutture, saranno il punto di riferimento per attivare e coordinare immediatamente gli interventi che saranno necessari, come del resto sta già succedendo in alcune zone del territorio della città."
A Partanna Mondello, in particolare, nella zona di via Polibio e di via Santocanale, da stamattina sono al lavoro le squadre di Amia Essemme con venti operai ed una terna del Coime con mezzi e ruspe per rimuovere circa trenta centimetri di fango e detriti trasportati dalle piogge. Il tavolo tecnico tornerà a riunirsi oggi pomeriggio, alle 18, per fare il punto della situazione.
Roma e gli indignati ostaggio dei violenti la manifestazione si trasforma in guerriglia
Incappucciati e con passo marziale sfilano dietro uno striscione arancione con la scritta profetica "non chiediamo il futuro, ci prendiamo il presente". Il presente infatti, il corteo nazionale degli indignati, diventa cosa loro. Sono qualche centinaio, ma si prendono in ostaggio l'intera manifestazione, l'intero pomeriggio, l'intero centro di Roma. Ma il loro è un presente da incubo, fatto di auto incendiate, vetrine spaccate, lancio di pietre ed edifici dati alle fiamme. Una guerriglia urbana di inaudita violenza che trasforma piazza san Giovanni in un campo di battaglia attraversato per ore e ore da lanci di bombe carta, petardi e lacrimogeni. Il bilancio alla fine è pesantissimo e parla di danni ingentissimi ancora da quantificare e di oltre settanta feriti, tre dei quali in maniera grave, circa venti fermati e dodici arresti.
Tutto inizia poco prima delle 15 verso la fine di viale Cavour mentre la giornata sembra procedere in maniera pacifica. Arrivano alla spicciolata, prima sfondano la vetrina di un supermercato, poi incendiano un'auto, poi un'altra e in mezzo spaccano vetri e pompe di benzina. Il camion dei Cobas gli cammina appena dietro e cerca di fermarli. Quelli che di solito vengono dipinti come duri e puri stavolta fanno la parte dei moderati, ma è inutile. Le devastazioni vanno avanti e di forze dell'ordine non c'è traccia. Gli agenti sono asserragliati lungo le traverse laterali per impedire al corteo di deviare verso il centro storico e "politico" della città, ma sul percorso principale non si affacciano neppure.
Su via dei Fori Imperiali i "neri" si compattano e marciano con passo marziale. Il corteo cerca di isolarli, partono fischi e urla, ma non serve a nulla. Hanno tutti il volto coperto e impugnano mazze e manici di piccone malamente mascherati da aste di bandiera con piccoli drappi neri. Basta guardarli per capirne le intenzioni, ma anche lungo questo cruciale tratto del percorso non c'è traccia di forze dell'ordine. Un invito a nozze, che gli incappucciati non si lasciano scappare assaltando tutto ciò che trovano lungo la loro strada: prima un residence, poi la sede di un'agenzia per il lavoro interinale, poi alcuni uffici del ministero della Difesa e della Guardia di Finanza. Qui riescono anche a sfondare i vetri e ad appiccare il fuoco all'interno degli uffici fino a provocare il crollo del tetto.
Dal Colosseo a piazza San Giovanni, passando per via Labicana e viale Manzoni, fanno assolutamente quello che vogliono: incendiano, spaccano, lanciano bombe carta, terrorizzano chi cerca di fotografarli o riprenderli. L'impressione è che tanta "audacia" impunita faccia da calamita a tutti i violenti potenziali presenti all'interno del corteo, facendo ingrossare le loro fila. Quando sboccano in piazza San Giovanni e ingaggiano la lunga e feroce battaglia contro le forze dell'ordine sembrano infatti essere diventati molti di più delle poche centinaia viste marciare lungo il corteo. Un'altra auto all'angolo con via Emanuele Filiberto viene data alle fiamme. Partono delle cariche, ma la risposta dei "neri" con sanpietrini, mazze e petardi è violentissima. Interi pezzi di marciapiede vengono divelti, cartelli stradali sono usati come arieti. Un agente resta a terra ferito e i colleghi fanno fatica a metterlo in salvo, malgrado un fitto lancio di lacrimogeni e l'uso di blindati con idranti.
La piazza che di solito ospita le grandi manifestazioni sindacali o il festoso concerto del primo maggio diventa un campo di battaglia dove l'aria è irrespirabile. Alle spalle il grande corteo con migliaia di persone pacifiche preme, ma non riesce ad entrare. Fino a quando, ormai almeno un paio di ore dopo, non arriva l'ok della questura, per la manifestazione è impossibile anche deviare verso via dell'Ambaradan perché in questo caso lo schieramento delle forze dell'ordine è inflessibile.
Il grosso dei manifestanti, ormai demoralizzati e delusi, in gran parte "sbandati", si dirige quindi verso il Circo Massimo, ma è ormai chiaro a tutti che la manifestazione è abortita, fallita. In piazza San Giovanni e nella vicina San Giovanni in Laterano si continua a combattere. Gli scontri e gli atti vandalici dilagano anche nelle via adiacenti: via Merulana, via Magna Grecia, Via Sannio. I "neri" sono assolutamentre padroni del campo e girano impuniti. Spesso si tolgono anche casco e passamontagna. Uno di loro gira tranquillo con una mazza sotto l'obelisco del Laterano e quando un'auto dei carabinieri che chissà come si è smarrita arriva a sirene spiegate non ci pensa due volte a prenderla a colpi di bastone costringendola a una precipitosa fuga a retromarcia. Se come accade sempre in queste occasioni gli agenti della scientifica hanno fatto foto e riprese, materiale su cui lavorare non gli mancherà di certo.
Alla fine le forze dell'ordine cercano di sgombrare la piazza con una carica più decisa, ma anche questa volta infuria la battaglia. Un blindato dei carabinieri resta accerchiato e dato alle fiamme appena un attimo dopo la precipitosa fuga dei due militari a bordo. Da viale Manzoni si alza un'altra densa colonna di fumo nero che anticipa il crepuscolo sulla Capitale. Ormai è calato il buio e mentre il grosso della gente è andata via gli scontri proseguono ancora violentissimi in via Merulana, dove viene data alle fiamme l'impalcatura per il restauro di un edificio, e nella zona di piazza Vittorio. Gli incappucciati si sono "presi il presente", ora sta al movimento capire come chiedere il suo futuro.
STONER VINCE GARA E TITOLO
Casey Stoner vince il GP d'Australia e si laurea campione del mondo 2011. L'australiano di Honda conquista così il suo secondo titolo iridato, nel giorno del suo 26° compleanno. Con Lorenzo in ospedale dopo una caduta nel warm up, Stoner ha dominato la gara. Sul podio Simoncelli che beffa Dovizoso. Quarto Pedrosa, mentre seconda caduta di fila per Rossi (Ducati). Tante le scivolate a causa della pioggia nel finale di gara.
Il colpo di scena di giornata arriva nel warm-up, quando cade rovinosamente Lorenzo che si massacra l'anulare della mano sinistra e alza bandiera bianca, dicendo addio alle speranze di difendere il titolo. Numero 1 che passa quindi di diritto nelle mani di Stoner, che sulla pista di casa festeggia la vittoria, il 26° compleanno e il secondo titolo mondiale in carriera. L'australiano, partito dalla pole, massacra la concorrenza, facendo una cavalcata di "passerella" per tutti i 27 giri del GP d'Australia. La Casey's Island è conquistata, per la gioia della Honda che chiude da vincente l'era della MotoGP 800cc.
Strana la partenza di questa sedicesima gara stagionale, con Cruchtlow che resta in panne sulla griglia, prima di essere aiutato dai commissari a riaccendere la sua Yamaha. Nemmeno il tempo di capire cosa è successo e viene saltata a piè pari la procedura del semaforo, con il via alla corsa che viene dato istantaneamente. Ovviamente è Stoner che scatta come un fulmine marcato stretto da Hayden, Simoncelli, Bautista, Pedrosa, rossi e Capirossi. Tocca quindi a Simoncelli andare subito all'attacco di Hayden, che nei primi giri fa un po' da tappo e viene sfilato da Dovizioso, Pedrosa e Bautista. Nicky si ritrova in sesta piazza, con Rossi settimo.
E' il 18° giro quando viene data la bandiera bianca, che avverte che sta cadendo qualche goccia di pioggia. Ai box si preparano tutte le seconde moto, pronte per un eventuale cambio, mentre Stoner se ne frega e regala spettacolo con traversi esagerati, quanto infiniti, in uscita dai curvoni di Phillip Island.
Rossi intanto si ricorderà il 14° passaggio della gara australiana. Infatti prima passa Hayden sfilandogli la sesta piazza. Poi attacca e infila subito Bautista, ma la Ducati lo molla secco alla fine del sorpasso. La GP11.1 non tiene la piega nemmeno a pagarla, con Valentino che si ritrova a tagliare l'erba della via di fuga. Commissari che portano via la moto, mentre Rossi la tira per la coda, risalendo in sella per tornare in pista. Nulla da fare. Sconsolato il Dottore torna ai box in scooter. Seconda caduta di fila che non fa certo bene al morale.
Butta al vento un buon risultato anche De Puniet, che saluta l'ottava piazza con una bella imbarcata della Ducati e successivo dritto nella via di fuga asfaltata. Anche il meteo è ballerino, e la pioggia non arriva. Davanti Stoner gestisce oltre 5 secondi comodi di vantaggio su Simoncelli, mentre per la terza piazza è lotta tra Dovizioso che beffa Pedrosa. Inquietante il fatto che Bautista, 4°, accusi un ritardo di oltre 20 secondi dal primo dei 4 cavalieri Honda.
Brividi dal 4° giro: inizia a piovere forte sul rettilineo di partenza. Prima cade Abraham, che però si rialza e riparte. Finiscono in terra anche Bautista, che butta via il 5° posto. Mentre Hayden e Capirossi rientrano in pit-lane per il cambio moto. Stoner resta dentro, anche se imbarca e "sgondola". Ma "rolling-Stoner" non c'è più. Intanto Dovizioso va a prendere Simoncelli in difficoltà, che guida sulle uova. Cadono rovinosamente Aoyama e Crutchlow. Esce il sole e Sic ripassa Andrea.
sabato 15 ottobre 2011
Pioggia a Palermo, le strade diventano fiumi
Dopo due giorni con temperature quasi estive, da ieri a Palermo la pioggia non si ferma. Molte strade sono allagate e sono centinaia le segnalazioni giunte ai vigili del fuoco per richieste di aiuto.
La pioggia e i conseguenti allagamenti non hanno salvato praticamente nessuna zona del capoluogo. Le segnalazioni sono arrivate da Mondello come da via Messina Marine e anche dai centri più vicini alla città, come Ficarazzi e Villabate dove molti tombini sono "saltati" a causa della spinta dell'acqua.
La circolazione delle auto, soprattutto ieri pomeriggio, è andata in tilt. Tanti gli automobilisti rimasti intrappolati fra l'acqua presente sule strade e le code infinite che ne sono derivate.
Una segnalazione è arrivata anche al sito internet del Giornale di Sicilia. Nella mail scritta a postaweb(at)gds.it Maria Calabrese parla dei disagi di via Oreto, la strada in cui abita, e ha inviato anche alcune fotografie (CLICCA QUI PER LE IMMAGINI)
DISAGI ANCHE NEL TRAPANESE. Oltre 40 loculi della parte più antica del cimitero comunale a Mazara del Vallo, dove le salme sono state tumulate tra la fine e l'inizio del 1900, hanno subito un cedimento strutturale che non si esclude possa essere stato favorito dalle piogge di questi giorni. Il crollo dei loculi ha fatto aprire alcune vecchie bare. I resti ossei ora saranno trasferiti in un'altra area cimiteriale. Quella interessata dal crollo era già stata transennata dal Comune.
venerdì 14 ottobre 2011
Dominio McLaren sul bagnato Vettel e Alonso inseguono
Era stata annunciata, non si è fatta pregare. La pioggia è stata la vera protagonista della prima giornata di prove libere del GP di Corea. Più intensa al mattino, più leggera al pomeriggio, ha costretto tutti al lavoro su pista bagnata, ricerca di assetti che potrebbe essere stata inutile in vista di qualifiche e gara, entrambe previste su pista asciutta. Così la giornata si è chiusa nel segno delle McLaren, che festeggiano anche il 700° GP della loro storia. Oggi sono state le migliori in assoluto su gomme da bagnato con Lewis Hamilton che in 1’50”828 ha preceduto di un decimo il compagno di squadra Jenson Button. Poi staccati di 1”8 e 1”9 ci sono il campione del mondo Sebastian Vettel, oggi non esente da qualche fuoripista, tutti innocui peraltro, e la Ferrari di Fernando Alonso, nel finale autore di un testacoda. Settimo tempo per la seconda Ferrari, quella di Felipe Massa, preceduta da Webber e Alguersuari. Trulli 20°, Liuzzi 24°.
Nave incagliata in Nuova Zelanda, riparte pompaggio petrolio
Calati da un elicottero sul ponte della portacontainer incagliata da 10 giorni in una barriera corallina della Nuova Zelanda, i soccorritori sono impegnati in una rischiosa operazione per valutare se e come si possano pompare via le oltre 1000 tonnellate di petrolio ancora nei suoi serbatoi, prima che la scafo si spacchi del tutto.
La metà di prua della nave di 236 metri, che ha già disperso in mare 350 tonnellate di petrolio, è fermamente incastrata nei banchi corallini, la poppa è sommersa a più di 90 metri di profondità e l'inclinazione dello scafo, arrivata a 22 gradi, rende ancora più difficili le operazioni degli esperti a bordo. Mentre centinaia di operatori in tute bianche, in gran parte militari, continuano l'opera di pulizia delle spiagge ricoperte di dense bolle nere, è salito a oltre 1000 il bilancio degli uccelli morti, molti di specie rare.
E secondo gli esperti molti altri stanno annegando appesantiti dalla melma nera o muoiono di freddo quando il petrolio dissolve il loro strato impermeabile. Su alcune spiagge si sono anche riversati i detriti fuoriusciti dai 90 container caduti in mare. Uno di essi conteneva ferrosilicone, che emette gas infiammabile. Il comandante e il secondo ufficiale sono stati arrestati e incriminati secondo la legge marittima che copre attività pericolosa che coinvolga navi o altri prodotti marittimi, e rischiano fino a 12 mesi di carcere e una multa pari a 5700 euro. Il governo vuole sapere, ha detto il premier John Key, perché la nave si è incagliata in una barriera corallina ben indicata sulle carte nautiche e con mare calmo. Gli armatori greci della Costamare Shipping hanno presentato profonde scuse, assicurando che collaboreranno pienamente con le autorità per stabilire cause e responsabilità dell'incidente.
'Fiducia o si va a elezioni' Governo oggi alla prova
Nessuna intenzione di fare passi indietro e nel caso il governo non avesse i numeri l'unica alternativa sono le elezioni. Silvio Berlusconi lo ripete in diversi passaggi del suo intervento alla Camera mandando un messaggio chiaro alle opposizioni, alla pattuglia dei malpancisti che da giorni agita le file della maggioranza, ma anche al Capo dello Stato. Ma nonostante i 'frondisti' abbiano inviato segnali di pace, garantendo domani la fiducia all'esecutivo, salgono la tensione nel Pdl e la preoccupazione del premier sui numeri, sul rischio di un 'trappola' o, quanto meno, di una fiducia risicata che certo, si ricorda in ambienti parlamentari, non rientrebbe nei parametri richiesti da Giorgio Napolitano. Per questo motivo, il pomeriggio per la maggioranza e' stato scandito da un susseguirsi di trattative e riunioni.
Ed il primo a cercare di serrare le fila e' stato proprio il Cavaliere che da palazzo Grazioli avrebbe chiamato uno ad uno i cosiddetti 'malpancisti' chiedendo di riflettere bene sulle conseguenze di un'eventuale crisi di governo. A tutti avrebbe ribadito l'intenzione di non fare passi indietro: piuttosto - sarebbe stato il ragionamento - votatemi la sfiducia, perche' altrimenti io non me ne vado. il Cavaliere smentisce pero' nettamente l'esistenza di ''trattative'' con Claudio Scajola che definsice ''un amico''e un ''protagonista importante'' del Pdl. Ad altri parlamentari considerati in bilico avrebbe chiesto quale sarebbe la convenienza ad aprire trattative con i centristi: pensate che Casini possa darvi delle garanzie? Avrebbe chiesto il capo del governo. Se con i suoi il Cavaliere si dice convinto che il governo non subira' contraccolpi, lo stato maggiore del Pdl e' in fibrillazione. Il rischio infatti non sarebbe in assoluto la sfiducia ma, le assenze mirate di alcuni deputati che abbasserebbero l'asticella molto sotto quota 319.
A quel punto, e' il timore a via dell'Umilta', il Quirinale potrebbe mettere in discussione la possibilita' per la maggioranza ed il governo di garantire l'approvazione di provvedimenti senza dover ricorrere ad altri voti di fiducia. Le preoccupazioni pero' non sono solo verso i malpancisti ma, anche, per tutta quella pattuglia, nutrita, di parlamentari e ministri che da tempo manifestano insofferenza verso il ministro dell'Economia Giulio Tremonti.
Il gelo con il responsabile del Tesoro va avanti ormai da mesi e a a questo si aggiunge la guerra che diversi esponenti del governo sono pronti a muovere contro il titolare di via XX Settembre sul decreto sviluppo ma, ancor prima, sulla legge di stabilita' che domani deve ricevere il via libera dal Consiglio dei ministri. Nel testo infatti sono contenuti quei tagli ai ministeri che il 'superministro' avrebbe deciso senza consultare i diretti interessati. Tanto che il ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo ha gia' annunciato che votera' contro la legge nel caso ci siano ulteriori sforbiciate al suo ministero. Atteggiamento che potrebbe essere imitato anche da altri. La situazione e' ancora piu' incerta sul decreto sviluppo che, sulla carta, dovrebbe vedere la luce entro la prossima settimana e che rappresenta un'altro focolaio di polemiche. Un caos, quello della maggioranza, su cui punta il dito l'opposizione che all'unisono chiede al premier di dimettersi: ''Berlusconi ha fatto un discorso sul piano politico penoso'', attacca Pier Luigi Bersani mentre Pier Ferdinando Casini rilancia l'ipotesi di un governo di responsabilita' nazionale, ma se non e' possibile questa opzione, mette in chiaro l'ex presidente della Camera, '' allora ben vengano le elezioni, che sono sempre un fatto democratico''.
giovedì 13 ottobre 2011
Sony richiama 1,6 milioni televisori Bravia: rischio incendio
Problemi per la nota azienda Sony. I possessori di un particolare televisore potrebbero aver riscontrato dei problema. Il difetto è vincolato ad un numero ristretto di tv, ma la casa ha deciso di ritirare una grossa quantità di dispositivi dal mercato.
Il ritiro è scattato per 1,6 milioni televisori “Bravia”. Sul sito della Sony si può leggere l’annuncio:
“Siamo venuti a conoscenza del problema attraverso delle segnalazioni dal Giappone da cui risulta che un numero limitato di prodotti potrebbe contenere un componente interessato da un difetto di produzione che in un raro numero di casi potrebbe surriscaldarsi ed incendiarsi all’interno del televisore potendo causare la fusione della cassa del televisore”
I clienti devono verificare il numero seriale e confrontarlo con questi:
KDL-40D3400, KDL-40D3500, KDL-40D3550, KDL-40D3660
KDL-40V3000, KDL-40W3000, KDL-40X3000, KDL-40X3500
Pastore e Leonardo in Procura dopo l'esposto di Zamparini
L'ex calciatore del Palermo Javier Pastore e il dirigente del Paris Saint-Germain Leonardo saranno sentiti la prossima settimana dal procuratore aggiunto del capoluogo siciliano Maurizio Scalia in merito all'indagine aperta dopo la denuncia presentata dal presidente della squadra rosanero Maurizio Zamparini. Zamparini, la scorsa estate ha presentato agli inquirenti un esposto secondo il quale il procuratore sportivo di Pastore, Marcelo Simonian, avrebbe preteso una percentuale più alta di quella stabilita per il passaggio di Pastore al Paris Saint-Germain, minacciando di fare saltare l'accordo. Da qui l'esigenza dei pm di sentire il giocatore e il dirigente della squadra francese.
Meteo, temporali in arrivo in Sicilia
Ad annunciarli è la Protezione civile secondo la quale la perturbazione di origine nord-atlantica che nella giornata di oggi ha portato un peggioramento delle condizioni meteorologiche su quasi tutto il territorio italiano staziona in queste ore su tutto il Sud
Temporali in arrivo su Campania, Basilicata, Calabria Sicilia e Puglia. Ad annunciarli è la Protezione civile secondo la quale la perturbazione di origine nord-atlantica che nella giornata di oggi ha portato un peggioramento delle condizioni meteorologiche su quasi tutto il territorio italiano staziona in queste ore sul Mediterraneo centrale e continuerà domani a determinare condizioni di maltempo spostandosi sulle regioni meridionali. Sulla base delle previsioni disponibili, il Dipartimento ha dunque emesso un ulteriore avviso di condizioni meteorologiche avverse, che integra ed estende quello diffuso nella giornata di ieri e che prevede precipitazioni a prevalente carattere di rovescio o temporale sulle cinque regioni del sud. I fenomeni saranno accompagnati da frequente attività elettrica e da forti raffiche di vento. Il Dipartimento continuerà a seguire l'evolversi della situazione in contatto con le Prefetture, le Regioni e le locali strutture di protezione civile.
E alla fine arriva iOS 5! Scopriamolo insieme
Già da tempo se ne era sentito parlare.. ma è stata annunciata ufficialmente solo all’ultimo keynote la data di rilascio per iOS 5 e iCloud. E’ disponibile da pochissimi minuti per il download il nuovo sistema operativo per i device portatili marchiati Apple!
Quest’ultimo aggiornamento arricchirà i nostri iPhone, iPod Touch e iPad con oltre ben 200 nuove features. Tra le novità più significative abbiamo per quanto riguarda..
Il nuovissimo Centro Notifiche comparirà effettuando un semplice swipe dall’alto verso il basso e mostra un riepilogo delle notifiche ricevute; inoltre quando riceveremo un Sms o una Notifica push verranno visualizzati direttamente all’interno di una barra superiore senza più intralciare l’utilizzo del nostro dispositivo!
L’integrazione nativa con Twitter che ti permette di inviare tweet e foto in un attimo senza il bisogno di scaricare ulteriori applicazioni.
iMessage il nuovo servizio di messaggistica istantanea che ti permetterà di scambiare conversazioni via sms con altri dispositivi iOS 5 o tramite 3G e Wi-Fi con la novità di poter allegare immagini, video, posizioni GPS e contatti.
Promemoria! Potrai creare in un attimo elenchi di cose da fare con tanto di date e luoghi. Per esempio puoi farti ricordare dal device di comprare il pane non appena arrivi in prossimità di casa tua tramite il sistema di localizzazione integrato.
Fotocamera d’ora in poi potrai scattare le tue foto utilizzando semplicemente il tasto up del volume come pulsante di scatto! Viene anche inserito un tasto nella lockscreen che con un semplice swipe attiverà la fotocamera, inoltre si potranno modificare le immagini direttamente dall’applicazione nativa “Immagini”.
In Safari Mobile introdotta la funzionalità Reader! Che ti mostra un layout più pulito mettendo in evidenza solo il testo di un articolo andando a escludere gli spazi occupati da pubblicità. E’ possibile salvare le pagine web preferite in un elenco lettura e per iPad introdotta la navigazione a pannelli per visualizzare più pagine contemporaneamente.
Importantissimo con iOS 5 tutti i device portatili saranno sempre di più resi PC Free. Infatti se prima era necessario avere a disposizione un computer per attivare il vostro nuovo dispositivo Apple appena acquistato, ora basterà seguire semplicemente una breve procedura iniziale. Potremo inoltre sincronizzare le app scaricate con iTunes via wireless su tutti i nostri dispositivi senza bisogno di collegarli tramite cavo.
Insomma, queste sono le caratteristiche principali (solo alcune) del nuovo sistema operativo che porta ancora innovazione nel nostro iDevice.. Inutile dire che con tutti questi aggiornamenti sarà una scheggia.. Benvenuto iOS 5!
Compatibile con iPhone 3GS/ 4/ 4S, iPod Touch di terza/quarta generazione e iPad 1 e 2.
mercoledì 12 ottobre 2011
Indignati, sit-in a Roma: Bankitalia presidiata
Prove di 15 ottobre, l'I-Day sempre piu' atteso e temuto, il giorno degli Indignati. A Roma oggi prove di protesta a bassa intensita' , con i manifestanti e le forze dell'ordine a fronteggiarsi quasi per misurare le rispettive capacita'. Ma sabato si annuncia diverso, con migliaia di giovani portati nella capitale dal movimento da tutta Italia e dall'estero. E alcune decine si sono gia' accampati non lontano da Bankitalia con l'intenzione di restarci tre giorni.
A Bologna invece una ragazza e' stata ferita alla bocca durante tafferugli con la polizia davanti alla sede locale della Banca d'Italia. E sempre a Bologna c'e' stata un'irruzione negli uffici della Corte d'Appello. 'Okkupiamo Bankitalia' era lo slogan della giornata, di scena anche in altre citta', tra cui Firenze, Palermo e Ancona. Contro i tagli contenuti nella manovra del governo, la crisi economica e il ruolo pernicioso della finanza, secondo chi e' sceso in piazza, quasi tutti ragazzi. A Roma con slogan caustici in particolare per il governatore Mario Draghi, prossima guida della Banca centrale europea. Intorno alla sede dell'istituto in via Nazionale, dove si svolgeva un convegno con Draghi e il presidente Giorgio Napolitano, uno schieramento impressionante di polizia e carabinieri. Una delle piu' grandi arterie della capitale chiusa al traffico e presidiata. E cosi' gli 'Indignados' romani hanno dovuto accontentarsi di accamparsi a poche centinaia di metri da Palazzo Koch, davanti al Palazzo delle Esposizioni, di fronte ai mezzi delle forze dell'ordine che sbarravano il passo. Su cui hanno attaccato manifesti e disegni, maschere e ritratti con la faccia di Draghi, i 'Draghi ribelli'.
E slogan come 'La vostra rendita la nostra precarieta'' e 'Dividiamo la grana - Noi siamo il 99%', la seconda frase in inglese come a Wall Street. Alcune centinaia i manifestanti, in gran parte studenti. Con l'intenzione di restare li' fino a sabato, modello Madrid. Nel frattempo avrebbero voluto consegnare a Napolitano una lettera con le loro richieste. Il pomeriggio era iniziato con un sit-in di una cinquantina di 'Indignati tricolori' davanti a Montecitorio. 'Solo bandiere italiane e costituzione', avevano chiesto i promotori via internet. Dalla Camera la piccola protesta si e' spostata in via del Corso, dove ha bloccato il traffico per alcuni minuti. Quindi in piazza Santi Apostoli, a due passi da Piazza Venezia, dove c'e' scappato qualche spintone con i funzionari di polizia schierati. Un uomo che da giugno fa lo sciopero della fame ''contro i privilegi della casta'', Gaetano Ferrieri, ha avuto un malore. La suspance si e' poi spostata tutta davanti al quartier generale della Banca d'Italia. Decine di giornalisti, cameraman e fotografi si sono radunati in attesa degli Indignati, ma tutte le strade erano sbarrate da polizia e carabinieri. Solo qualche turista, gli spettatori del teatro Eliseo con il biglietto in mano e i commessi dei negozi di via Nazionale sono riusciti a passare. Gli elicotteri controllavano dall'alto. Lontano, oltre i blindati, rullavano i tamburi della protesta. Che sabato si annuncia ben piu' massiccia. ''Giorno della rabbia? Per noi sara' il giorno dell'impegno per garantire i diritti e la sicurezza di tutti'', ha detto il questore di Roma Francesco Tagliente. ''Non vogliamo che la situazione degeneri in violenza o in scontri di piazza'', ha affermato il sindaco Gianni Alemanno, chiedendo ''massima attenzione per superare questi giorni senza problemi''. Meno tre all'I-Day, e' sera e gli elicotteri volano ancora.
INTER: ETO'O PENSA A UN CLAMOROSO RITORNO
Una telefonata che apre scenari interessanti, difficili da realizzare, ma che accendono la fantasia del popolo nerazzurro. Da una parte Samuel Eto'o, dall'altra Massimo Moratti. "Presidente lei che dice se tornassi all'Inter a campionato russo finito per un paio di mesi?" Risposta di Moratti: "Per me si potrebbe anche fare". Da qui ne passa a rivedere Eto'o con la maglia nerazzurra ma le basi ci sono.
L'Inter ha 2 posti liberi per 2 extracomunitari e potrebbe prendere Eto'o con un prestito secco per gennaio e febbraio pagandogli parte del sontuoso ingaggio che percepisce dall'Anzhi. Un'operazione simile a quella che il Milan fece con Beckham. Per ora si è fermi alla telefonata ma in futuro potrebbero esserci interessanti sviluppi.
Il futuro più vicino è quello che porta a Catania dove Ranieri dovrà fare i conti con un altro infortunio. Forlan, dopo aver segnato con la nazionale uruguaiana nel match con il Paraguay, ha accusato un problema muscolare che lo terrà ai box almeno per un paio di settimane. Migliorano invece Julio Cesar e Sneijder ma per tutti e due si profila il riposo in campionato per averli al top martedì prossimo a Lille. Definitivamente recuperato, invece, Pazzini.
Venerdi' si vota la fiducia Fini vede Napolitano
Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano ha oggi ricevuto al Quirinale il Presidente della Camera dei Deputati, Gianfranco Fini,- si legge nella nota del Quirinale - che ha ringraziato per averlo messo al corrente delle ragioni che ad avviso dei presidenti dei gruppi parlamentari di opposizione rendono politicamente complesso il superamento della situazione determinatasi a seguito del voto contrario all'art. 1 del rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato. Il Capo dello Stato ha espresso la convinzione che tocchi al Presidente del Consiglio indicare alla Camera nell'annunciato intervento di domani la soluzione che possa correttamente condurre alla dovuta approvazione da parte del Parlamento del rendiconto e dell'assestamento. Sulla sostenibilità di tale soluzione sono competenti a pronunciarsi le Camere e i loro Presidenti", si conclude nella nota
Domani il discorso in Aula di Silvio Berlusconi, venerdi' il voto di fiducia. Questo il percorso approvato dalla conferenza dei capigruppo di Montecitorio per tentare di uscire dall'impasse che si e' creata dopo la bocciatura, ieri, del rendiconto di bilancio dello Stato. E dopo il duro intervento del Capo dello Stato Giorgio Napolitano che stamane ha chiesto una 'risposta credibile' da governo e Parlamento per uscire da questo stallo. Ma le opposizioni invocano le dimissioni del governo e contestano la 'exit strategy' della maggioranza al punto che il Pd valuta 'l'Aventino'. Nel pomeriggio il presidente della Camera Gianfranco Fini informera' dello scontro in atto il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano sulla situazione. La concitata mattinata si apre con la decisione, duramente criticata dalla maggioranza, della giunta per il Regolamento della Camera di dichiarare che la bocciatura, avvenuta ieri, dell'articolo 1 del rendiconto di bilancio preclude l'esame degli ulteriori articoli del provvedimento. Il governo starebbe percio' lavorando per presentare in Consiglio dei ministri un nuovo rendiconto, interamente sostitutivo di quello bocciato.
Ma intanto, e' tutta politica la questione che si apre. La bocciatura del testo economico pone infatti ''interrogativi e preoccupazioni i cui riflessi istituzionali non possono sfuggire'', aveva avvertito in mattinata Napolitano in una nota. Il capo dello Stato sottolinea che si pone la questione ''se la maggioranza sia in grado di operare con la costante coesione necessaria'' e invoca ''una risposta credibile''. Ma le opposizioni incalzano. Non possono bastare le comunicazioni in Aula di Berlusconi e il voto di fiducia a porre rimedio alla ''bomba atomica'' che e' scoppiata ieri. L'unica possibile soluzione, affermano all'unisono Pd, Terzo Polo e Idv, e' che il premier si presenti al Colle per rassegnare le dimissioni.
Ad esporre al capo dello Stato le ragioni per cui i partiti dell'opposizione non ritengono che dopo la bocciatura del rendiconto si possa procedere alle comunicazioni del premier, sara' nel pomeriggio il presidente della Camera Gianfranco Fini. Che nella mattinata a Montecitorio ha incontrato i rappresentanti di tutti i gruppi parlamentari per raccogliere le istanze di tutti, in una situazione di grande tensione. Le opposizioni intendono fare fronte comune contro l'anomalia rappresentata dalle mancate dimissioni del premier. In mattinata un vertice di 'emergenza' si svolge alla Camera tra i leader di Udc e Api, Casini e Rutelli, e il segretario del Pd Bersani.
I democrat vorrebbero mettere in atto un vero e proprio Aventino parlamentare, anche per segnalare al Colle la gravita' dello stallo creato dal voto di ieri. E il capogruppo del Pd Dario Franceschini comunica ai suoi deputati di non partecipare alle riunioni delle commissioni gia' nel pomeriggio. Ma il Terzo Polo resta su una linea piu' prudente: continuare a invocare le dimissioni del premier, ma senza mettere in atto gesti eclatanti. Intanto, fervono i contatti tra i leader dell'opposizione e le aree del Pdl piu' insofferenti verso la situazione e convinte che una svolta sia necessaria. Un lungo colloquio si tiene tra l'altro al Senato tra Beppe Pisanu e Francesco Rutelli.
Ma la maggioranza tiene il punto e non recede dalle proprie posizioni. E il ministro Roberto Calderoli passa al contrattacco, chiedendo le dimissioni di Gianfranco Fini per avere ''impedito al governo di poter rendere le comunicazioni alla Camera dei Deputati gia' in data odierna, come richiesto''
Assunzioni nella formazione, l'indagine della Regione si allarga
Si allargano i controlli della Regione sulle nuove assunzioni negli enti di formazione, in particolare su docenti e tutor. Oltre all'assessorato guidato da Mario Centorrino anche l'assessorato al Lavoro di Andrea Piraino dovrà verificare le attività degli enti finiti nel mirino per assunzioni fatte mentre il proprio personale veniva posto in cassa integrazione in deroga.
Il doppio controllo, come prima conseguenza, ha costretto l'assessore Centorrino e il dirigente del dipartimento Ludovico Albert a revocare la circolare del 28 settembre con la quale davano disposizioni agli enti di formazione sulle procedure da seguire. Centorrino e Piraino, dunque, hanno firmato una nuova circolare che in parte modifica e integra quella appena ritirata. Il provvedimento prevede che "gli enti di formazione per i quali sono state attivate procedure di cassa integrazione in deroga dovranno presentare immediatamente agli uffici provinciali del lavoro competenti per provincia un elenco completo recante ogni necessaria informazione in ordine ai profili di inquadramento relativi al proprio personale per i quali è stata approvata la cig in deroga (in particolare se docenti/tutor l'indicazione delle materie insegnate negli ultimi due anni)".
Inoltre gli "enti che dovessero procedere a nuove instaurazioni di rapporti di lavoro, determinate dalla necessità di ricorrere a professionalità non presenti in organico dovranno avanzare richiesta agli uffici provinciali del lavoro dell'eventuale presenza di personale posto in cassaintegrazione in deroga i fini di una possibile assunzione temporanea dello stessop nel caso in cui il loro profilo corrisponda a quello richiesto".
Napolitano chiede la verifica
La questione che si pone è se la maggioranza di governo ricompostasi nel giugno scorso con l'apporto di un nuovo gruppo sia in grado di operare con la costante coesione necessaria per garantire adempimenti imprescindibili come l'insieme delle decisioni di bilancio e soluzioni adeguate per i problemi più urgenti del paese, anche in rapporto agli impegni e obblighi europei. E' ai soggetti che ne sono costituzionalmente responsabili, Presidente del Consiglio e Parlamento, che spetta una risposta credibile". E' quanto afferma il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nella sua dichiarazione sul voto di ieri alla Camera.
Questa la dichiarazione del presidente Napolitano: "Ho finora sempre preso imparzialmente atto della convinzione espressa dal governo e dai rappresentanti dei gruppi parlamentari che lo sostengono circa la solidità della maggioranza che attraverso reiterati voti di fiducia ha confermato il suo appoggio all'attuale esecutivo. Ma la mancata approvazione, da parte della Camera, dell'articolo 1 del Rendiconto Generale dell'Amministrazione dello Stato, e, negli ultimi tempi, l'innegabile manifestarsi di acute tensioni in seno al governo e alla coalizione, con le conseguenti incertezze nell'adozione di decisioni dovute o annunciate, suscitano interrogativi e preoccupazioni i cui riflessi istituzionali non possono sfuggire. La questione che si pone è se la maggioranza di governo ricompostasi nel giugno scorso con l'apporto di un nuovo gruppo sia in grado di operare con la costante coesione necessaria per garantire adempimenti imprescindibili come l'insieme delle decisioni di bilancio e soluzioni adeguate per i problemi più urgenti del paese, anche in rapporto agli impegni e obblighi europei. E' ai soggetti che ne sono costituzionalmente responsabili, Presidente del Consiglio e Parlamento, che spetta una risposta credibile". Ne dà notizia un comunicato del Quirinale.
GIUNTA CAMERA, NON PROSEGUIRE ESAME TESTO - La giunta del regolamento di Montecitorio ha ritenuto a maggioranza che la Camera non può andare avanti con l'esame del rendiconto di bilancio dello Stato. L'articolo 1, è stato stabilito, preclude i restanti articoli, e l'iter è da considerarsi pertanto concluso.
GASPARRI: OGGI BERLUSCONI PARLA,DOMANI FIDUCIA - "Berlusconi è orientato a recarsi oggi alla Camera; immagino che ci andrà nel pomeriggio e su queste dichiarazioni si metterà la fiducia. Non credo che debba fare un ampio discorso. Prevedo un voto di fiducia domani": Lo ha detto il capogruppo del Pdl al Senato, Maurizio Gasparri, a Omnibus, su La7.
BERLUSCONI: CRISI ORA DA IRRESPONSABILI
di Federico Garimberti
Silvio Berlusconi andrà in Aula, forse giovedì o addirittura oggi, per chiedere che il Parlamento rinnovi la fiducia al governo su una "comunicazione politica" in cui, in buona sostanza, sosterrà che mandare all'aria l'Esecutivo nel bel mezzo di una crisi economica mondiale è da veri "irresponsabili". E' questo la soluzione escogitata nel corso del vertice di maggioranza, convocato in tutta fretta dal presidente del Consiglio a palazzo Grazioli, per risolvere la grave battuta d'arresto sul rendiconto generale dello Stato. Un modo per dare immediata risposta ai dubbi di quanti, dalle opposizioni fino al Quirinale, dubitano che il Cavaliere disponga ancora di una maggioranza parlamentare.
"A fronte di interpretazioni del tutto erronee e forzate delle opposizioni sulle implicazioni del voto negativo all'art. 1 della legge sul rendiconto, il governo e la maggioranza reputano necessario richiedere la fiducia al Parlamento. Ciò avverrà sulla base delle comunicazioni politiche che il presidente del consiglio intende rendere in Aula", ha spiegato Paolo Bonaiuti al termine del vertice. "Indipendentemente da queste comunicazioni prosegue - ha aggiunto il portavoce del premier -, sul merito del provvedimento relativo al rendiconto generale dell'amministrazione dello stato, si è convinti che il voto negativo all'art. 1 non sia ostativo all'approvazione di tutti gli altri articoli del provvedimento stesso". Parole che non chiariscono del tutto come, tecnicamente, l'Esecutivo intenda procedere sul fronte del provvedimento, anche se sembrano indicare che la strada scelta sia quella modificare l'articolo bocciato dall'Aula e votare gli altri mancanti. Una soluzione che tuttavia potrebbe scontrarsi con i regolamenti, per questo si ipotizza anche la presentazione di un nuovo testo, varato dal Consiglio dei ministri, che ricalchi quello di oggi. Il dato politico, tuttavia, è evidente e poggia sulla volontà di Berlusconi di sfidare le opposizioni - ma anche i tanti malpancisti della maggioranza - con un voto in Aula dal quale però dipenderà la sopravvivenza del governo. Una strada che tuttavia appare anche obbligata visto che a palazzo Grazioli più di qualcuno ha sottolineato come si debba dare una risposta anche al Colle, visto che il Quirinale difficilmente potrà far finta di nulla davanti a quanto avvenuto a Montecitorio.
Facile prevedere quello che Berlusconi dira alla Camera: "Andare alle elezioni nel bel mezzo di questa crisi economica mondiale - ha sottolineato davanti ai vertici del Pdl e della Lega - è da veri irresponsabili". L'Italia, ha aggiunto, ha bisogno di un governo che vari il decreto per lo sviluppo e faccia le riforme necessarie. Questo il succo, almeno nella sua prima formulazione abbozzata stasera a via del Plebiscito, del suo intervento. Un piano che rischia però di scontrarsi con Gianfranco Fini, visto che in molti temono un atteggiamento "ostruzionistico" del presidente della Camera. A cominciare dai tempi della "comunicazione politica": per Silvano Moffa, infatti, Berlusconi potrebbe andare in Aula già oggi o al più tardi giovedì. Ma Fabrizio Cicchitto ricorda che i tempi dovranno essere stabiliti proprio con Fini. Sul fronte politico, invece, il Cavaliere è sicuro che una nuova fiducia risolverebbe parte dei suoi problemi: di fronte ad un nuovo voto, ha argomentato il premier, nessuno, né le opposizioni, né il Qurinale, potranno dire che non ho i numeri per governare.
DOPO VOTO CAMERA OPPOSIZIONI COMPATTE, PREMIER VADA VIA
di Cristina Ferrulli
Le tensioni nella maggioranza hanno fatto la parte del leone ma questa volta il tranello del Pd, che ha lasciato fuori un drappello di deputati fino ad un secondo prima del voto, è riuscito. E la conclusione dei leader dell'opposizione Bersani, Casini e Fini è univoca: "La bocciatura del rendiconto è un fatto senza precedenti, ora Berlusconi non può che salire al Quirinale a dimettersi", chiedono pronti a dare domani battaglia nella giunta del regolamento per dimostrare, codici di diritto alla mano, che il voto di oggi equivale ad una sfiducia al governo. Da giorni nel centrosinistra c'era la sensazione che sulla nota di variazione del Def il governo poteva andare sotto, ostaggio dei maldipancia incrociati. Per questo, quando sul primo voto in Aula la maggioranza ce l'ha fatta per due voti, il Pd ha fatto uscire alcuni deputati ingannando visivamente il governo sui numeri. E la vittoria parlamentare ha un valore doppio perché è avvenuto su un provvedimento fondamentale che, sostiene il Pd, non è emendabile e fa decadere l'intero impianto della legge. "Oggi è certificato che la maggioranza non c'é più. Ora mi aspetto che Berlusconi vada al Quirinale e si dimetta", attacca uscendo dall'aula Pier Luigi Bersani. Richiesta che Dario Franceschini ribadisce nella riunione dei capigruppo, durante la quale il presidente della Camera Gianfranco Fini evidenzia come si tratti di "un fatto senza precedenti" convocando la giunta per il Regolamento per decidere se, dopo la bocciatura dell'articolo 1, sia possibile andare avanti. Domanda, questa, a cui lo stesso Fini sembra aver risposto direttamente in Aula, appena letto il risultato della votazione, dicendo che la bocciatura "ha evidenti implicazioni di carattere politico". La gravità del voto di oggi su un provvedimento essenziale per l'assestamento di bilancio dello Stato dà fiato all'opposizione per sostenere che il vulnus non è sanabile con un voto di fiducia richiamando, pur senza tirare la giacca, l'attenzione del Quirinale. "L'enciclopedia del diritto - cita Franceschini - e anche il costituzionalista Pitruzzella sostengono che il voto contrario sul rendiconto assume il significato di una sfiducia al governo". Su questo l'opposizione darà battaglia in giunta per incalzare il governo a salire al Colle per dimettersi. "Molti pensano - sostiene il leader Udc Pier Ferdinando Casini - che sia un'ossessione dell'opposizione chiedere le dimissioni di Berlusconi ma questo governo è paralizzato: non riesce a nominare il governatore della Banca d'Italia, non fa il decreto-sviluppo e oggi non ha avuto i voti in aula su un provvedimento importante in materia economico-finanziaria". Il premier, rincara Bersani, ha perso "il polso dei suoi". "Berlusconi raramente è presente alla Camera, di solito è presente quando i numeri gli danno ragione, ma evidentemente fa fatica a contare le sue pecorelle. Oggi hanno preso una bella scoppola mentre noi siamo stati bravi", si compiace il leader Pd che plaude alla squadra democratica anche per allentare la morsa delle tensioni interne.
Scarica iTunes 10.5! Preparati al nuovo iOS
Nella giornata di ieri Apple ha reso disponibile per il download l’aggiornamento di iTunes alla versione 10.5! In attesa del rilascio di iOS 5 ed iCloud al grande pubblico che avverrà in giornata.
Infatti effettuare l’upgrade di iTunes all’ultima versione disponibile è un pre-requisito fondamentale per tutti coloro che vogliono aggiornare il proprio dispositivo Apple all’ultima versione del sistema operativo iOS!
Con il nuovo aggiornamento di iTunes verranno apportate diverse novità prima fra tutte la compatibilità con iCloud e iOS.
Altra grande innovazione è la possibilità di sincronizzare il tuo dispositivo Apple con il tuo Mac o PC tramite wireless;
martedì 11 ottobre 2011
SCHERMA, MONTANO È ORO MONDIALE
Non tradisce Aldo Montano ai Mondiali di scherma in corso di svolgimento a Catania. Il livornese, oro olimpico ad Atene 2004, ha conquistato il suo primo oro Mondiale nella sciabola superando in finale il tedesco Limbach 15-13. L'Italia sorride anche con Luigi Tarantino che conquista la medaglia di bronzo. A medaglia anche il coreano Gu sconfitto in semifinale da Montano (15-12). "Non ci credo, è una meraviglia", il commento del vincitore.
In finale Limbach ha preso subito il largo con un break di 3-0 ma non è riuscito ad arginare il prepotente ritorno dell'azzurro: Montano ha piazzato uno strepitoso parziale di 8-1 volando sull'8-4. Il toscano, padrone della situazione sul 14-10, non è riuscito a sfruttare i primi 3 'match point': sul 14-13, finalmente, ha piazzato la stoccata che vale il primo titolo iridato della carriera.
"Non ci credo, è una meraviglia". E' felicissimo e incredulo Aldo Montano. "Pensavo di chiudere prima l'incontro - ha raccontato lo sciabolatore - ho visto la sua rimonta e ho visto un film che stava per diventare una tragedia. Ho combattuto nelle peggiori condizioni fisiche, è una meraviglia...". "Mi godo questo successo - aggiunge lo schermitore livornese - che è un punto d'arrivo. Anche perché avevo già tentato nel 2006 di vincere a Torino, ma è il mio primo successo internazionale in Italia e sono contento di averlo avuto a Catania: il pubblico è stato eccezionale". Montano chiude, scherzando, con un dedica ironica: "Saluto mio papà - dice sorridendo - che non è venuto a Catania perché non credeva troppo in me... adesso sarà contento".
Fare il Caffè con iPhone? Mr. Coffe App
Da quando la tecnologia si è fatta strada al’interno di telefonini (poi diventati “Smartphones”), una delle battute più comuni degli italiani quando un amico ci presenta un nuovo cellulare è “Fa anche il caffè”?
Forse partendo proprio da questa simpatica battuta è nata una vera e propria App che permette all’iPhone di “fare anche il caffè”: una app con una grafica tridimensionale e diversi effetti grafici che permette di scegliere il tipo di caffè che vogliamo fare e la tazza in cui versarlo.
Si potrà scegliere fra caffè espresso, americano, cappuccino o tea, tutto in grafica 3d e con una gestione delle immagini davvero ben fatta. Nell’app è presente anche una sezione “Coffee Tips” con video spiegazioni che spiegano come fare il caffè da veri professionisti.
Esiste anche un video che mostra l’app in funzione, l’app costa solamente 0,79 centesimi di euro, quindi è una simpatica app per far vedere ai tuoi amici che il tuo iPhone… fa anche il Caffè!
Vince 115mila euro a slot ma la scippano
Vince 115 mila euro alle slot-machine, ma uscendo dalla ricevitoria le scippano la borsa con il ticket vincente. E' accaduto ieri sera a Massa. La donna, cliente abituale, ha vinto giocando ad una delle nuove slot che permettono vincite fino a 500mila euro,ma non prevedono il ritiro della vincita in contanti.Per questo il titolare della sala giochi ha compilato una scheda con i dati della donna e il ticket vincente, spedendo tutto alla società che gestisce le vincite.
Fioretto, Vezzali oro mondiale
Valentina Vezzali si è laureata ancora una volta campionessa del mondo di fioretto femminile. A Catania in finale ha battuto Elisa Di Francisca per 14-6. Per la Vezzali è il sesto oro individuale ai Mondiali.
Aldo Montano si è qualificato per la finale della sciabola maschile ai Mondiali di scherma di Catania. In semifinale, l'azzurro ha sconfitto il sudcoreano Gu Bon per 15-12.L'italiano Gigi Tarantino è stato invece battuto dal tedesco Nicolas Limbach 15-12 nella seconda semifinale di sciabola.
MOU: "VILANOVA? REAZIONE NATURALE"
Nessun dietrofront, nessuna scusa. Va dritto per la sua strada José Mourinho che in un'intervista a Hurriyet è tornato sulla ditata al vice di Guardiola, Tito Vilanova. "C'è stata una provocazione e ho agito in modo naturale. Il calcio è un'emozione - continua il tecnico -, a volte reagisci in altre no. Posso avere agito male ma l'ho fatto in modo naturale". Sul futuro: "Vorrei la terza Champions in tre squadre diverse, diventerei un'icona".
"Il calcio è emozione e a volte vieni provocato. In alcune occasioni reagisci e in altre no. Ma in questo caso, loro ci hanno provocati". Con lo spogliatoio il rapporto è ottimo. "Si considerano icone del calcio e guardano anche me come un'icona del calcio. Mi vedono uguale a loro. Non è facile gestite uno spogliatoio del genere se non fossi anch'io un'icona. Non c'è differenza fra il loro status e il mio".
L'ex arbitro De Santis chiede 21 milioni di danni all'Inter
Massimo Moratti, presidentissimo dell'Inter, è finito nuovamente sulle prime pagine dei giornali per vicende extracalcistiche. L'oggetto di tanta attenzione è il caso del presunto spionaggio ai danni dell'ex arbitro internazionale Massimo De Santis, che domani presenterà un'istanza al tribunale civile di Milano per una richiesta danni quantificata in 21 milioni di euro.
I fatti risalgono al 2003. De Santis, secondo i legali che lo rappresentano, sarebbe stato pedinato e controllato dalla security di Telecom perché sospettato di ordire nell'ombra trame che avrebbero danneggiato la società di Moratti. La giacchetta nera pare fosse additata già allora tra quelle "vicine" al direttore generale della Juventus, Luciano Moggi, attualmente sotto processo a Napoli per i noti fatti di Calciopoli. Lo confermerebbero i verbali e gli interrogatori che riportano le dichiarazioni dell'ex numero uno della sicurezza Telecom, Giuliano Tavaroli, che avrebbe approfittato di entrature più o meno evidenti e dirette nelle forze dell'ordine per conoscere i movimenti di alcune persone che rientravano nell'interesse di Moratti e del suo amico e componente del consiglio di amministrazione dell'Inter, Marco Tronchetti Provera, peraltro numero uno di Telecom.
«Non abbiamo prove, ma forse proprio l'affare Telecom potrebbe aver generato tutto il materiale servito per Calciopoli. Ripeto: questa è solo una nostra teoria non supportata da fatti. Di sicuro, invece, ci sono per noi gli estremi di un risarcimento milionario. De Santis aspetta da tempo di avere giustizia», dicono gli avvocati di De Santis in un'intervista che è stata pubblicata stamane sulla Gazzetta dello Sport. Ed è facilmente intuibile quale possa essere il peso di una dichiarazione di questo genere nell'ambito dell'inchiesta prima sportiva e poi penale che ha messo in ginocchio il calcio italiano nel 2006. Già, perché la ferita non si è ancora rimarginata. La Juventus chiede giustizia ad alta voce perché rivuole i due scudetti che le sono stati revocati a causa dei presunti illeciti targati Moggi. L'Inter risponde picche, perché convinta di aver operato in piena regolarità, fuori e dentro il campo. Insomma, altra benzina sul fuoco, tanto per gradire.
Dalla presentazione dell'istanza firmata da De Santis, il tribunale di Milano avrà 60 giorni per convocare le parti in causa e tentare una conciliazione. Se quest'ultima non dovesse portare a nulla, come prevedibile, precederà di qualche giorno l'inizio di un'istruttoria che si risolverà con una sentenza probabilmente entro il 2012. I legali dell'ex arbitro hanno scelto di avvalersi dei modi e dei tempi previsti da una recente legge sul lavoro, che permette di accelerare la pratica e di raggiungere un verdetto senza incappare nelle lungaggini della giustizia di casa nostra.
La richiesta danni formulata da De Santis è pari a quella presentata per ragioni molto simili da Bobo Vieri. Anche l'ex centravanti dell'Inter sarebbe stato oggetto di pedinamenti e intercettazioni all'epoca della sua permanenza in casa nerazzurra. Un'attenzione non particolarmente gradita dall'ariete toscano, che in più occasioni ha manifestato la propria voglia di rivalsa nei confronti del suo ex datore di lavoro Moratti. Ventuno milioni di euro per due. Anzi, no, forse per tre. Perché a breve si attende che anche l'ex designatore degli arbitri Paolo Bergamo presenti la documentazione per chiedere i danni al patron dell'Inter. E potrebbe non essere finita qui.
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