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martedì 11 ottobre 2011
L'ex arbitro De Santis chiede 21 milioni di danni all'Inter
Massimo Moratti, presidentissimo dell'Inter, è finito nuovamente sulle prime pagine dei giornali per vicende extracalcistiche. L'oggetto di tanta attenzione è il caso del presunto spionaggio ai danni dell'ex arbitro internazionale Massimo De Santis, che domani presenterà un'istanza al tribunale civile di Milano per una richiesta danni quantificata in 21 milioni di euro.
I fatti risalgono al 2003. De Santis, secondo i legali che lo rappresentano, sarebbe stato pedinato e controllato dalla security di Telecom perché sospettato di ordire nell'ombra trame che avrebbero danneggiato la società di Moratti. La giacchetta nera pare fosse additata già allora tra quelle "vicine" al direttore generale della Juventus, Luciano Moggi, attualmente sotto processo a Napoli per i noti fatti di Calciopoli. Lo confermerebbero i verbali e gli interrogatori che riportano le dichiarazioni dell'ex numero uno della sicurezza Telecom, Giuliano Tavaroli, che avrebbe approfittato di entrature più o meno evidenti e dirette nelle forze dell'ordine per conoscere i movimenti di alcune persone che rientravano nell'interesse di Moratti e del suo amico e componente del consiglio di amministrazione dell'Inter, Marco Tronchetti Provera, peraltro numero uno di Telecom.
«Non abbiamo prove, ma forse proprio l'affare Telecom potrebbe aver generato tutto il materiale servito per Calciopoli. Ripeto: questa è solo una nostra teoria non supportata da fatti. Di sicuro, invece, ci sono per noi gli estremi di un risarcimento milionario. De Santis aspetta da tempo di avere giustizia», dicono gli avvocati di De Santis in un'intervista che è stata pubblicata stamane sulla Gazzetta dello Sport. Ed è facilmente intuibile quale possa essere il peso di una dichiarazione di questo genere nell'ambito dell'inchiesta prima sportiva e poi penale che ha messo in ginocchio il calcio italiano nel 2006. Già, perché la ferita non si è ancora rimarginata. La Juventus chiede giustizia ad alta voce perché rivuole i due scudetti che le sono stati revocati a causa dei presunti illeciti targati Moggi. L'Inter risponde picche, perché convinta di aver operato in piena regolarità, fuori e dentro il campo. Insomma, altra benzina sul fuoco, tanto per gradire.
Dalla presentazione dell'istanza firmata da De Santis, il tribunale di Milano avrà 60 giorni per convocare le parti in causa e tentare una conciliazione. Se quest'ultima non dovesse portare a nulla, come prevedibile, precederà di qualche giorno l'inizio di un'istruttoria che si risolverà con una sentenza probabilmente entro il 2012. I legali dell'ex arbitro hanno scelto di avvalersi dei modi e dei tempi previsti da una recente legge sul lavoro, che permette di accelerare la pratica e di raggiungere un verdetto senza incappare nelle lungaggini della giustizia di casa nostra.
La richiesta danni formulata da De Santis è pari a quella presentata per ragioni molto simili da Bobo Vieri. Anche l'ex centravanti dell'Inter sarebbe stato oggetto di pedinamenti e intercettazioni all'epoca della sua permanenza in casa nerazzurra. Un'attenzione non particolarmente gradita dall'ariete toscano, che in più occasioni ha manifestato la propria voglia di rivalsa nei confronti del suo ex datore di lavoro Moratti. Ventuno milioni di euro per due. Anzi, no, forse per tre. Perché a breve si attende che anche l'ex designatore degli arbitri Paolo Bergamo presenti la documentazione per chiedere i danni al patron dell'Inter. E potrebbe non essere finita qui.
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