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mercoledì 12 ottobre 2011

Venerdi' si vota la fiducia Fini vede Napolitano


Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano ha oggi ricevuto al Quirinale il Presidente della Camera dei Deputati, Gianfranco Fini,- si legge nella nota del Quirinale - che ha ringraziato per averlo messo al corrente delle ragioni che ad avviso dei presidenti dei gruppi parlamentari di opposizione rendono politicamente complesso il superamento della situazione determinatasi a seguito del voto contrario all'art. 1 del rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato. Il Capo dello Stato ha espresso la convinzione che tocchi al Presidente del Consiglio indicare alla Camera nell'annunciato intervento di domani la soluzione che possa correttamente condurre alla dovuta approvazione da parte del Parlamento del rendiconto e dell'assestamento. Sulla sostenibilità di tale soluzione sono competenti a pronunciarsi le Camere e i loro Presidenti", si conclude nella nota


Domani il discorso in Aula di Silvio Berlusconi, venerdi' il voto di fiducia. Questo il percorso approvato dalla conferenza dei capigruppo di Montecitorio per tentare di uscire dall'impasse che si e' creata dopo la bocciatura, ieri, del rendiconto di bilancio dello Stato. E dopo il duro intervento del Capo dello Stato Giorgio Napolitano che stamane ha chiesto una 'risposta credibile' da governo e Parlamento per uscire da questo stallo. Ma le opposizioni invocano le dimissioni del governo e contestano la 'exit strategy' della maggioranza al punto che il Pd valuta 'l'Aventino'. Nel pomeriggio il presidente della Camera Gianfranco Fini informera' dello scontro in atto il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano sulla situazione. La concitata mattinata si apre con la decisione, duramente criticata dalla maggioranza, della giunta per il Regolamento della Camera di dichiarare che la bocciatura, avvenuta ieri, dell'articolo 1 del rendiconto di bilancio preclude l'esame degli ulteriori articoli del provvedimento. Il governo starebbe percio' lavorando per presentare in Consiglio dei ministri un nuovo rendiconto, interamente sostitutivo di quello bocciato.

Ma intanto, e' tutta politica la questione che si apre. La bocciatura del testo economico pone infatti ''interrogativi e preoccupazioni i cui riflessi istituzionali non possono sfuggire'', aveva avvertito in mattinata Napolitano in una nota. Il capo dello Stato sottolinea che si pone la questione ''se la maggioranza sia in grado di operare con la costante coesione necessaria'' e invoca ''una risposta credibile''. Ma le opposizioni incalzano. Non possono bastare le comunicazioni in Aula di Berlusconi e il voto di fiducia a porre rimedio alla ''bomba atomica'' che e' scoppiata ieri. L'unica possibile soluzione, affermano all'unisono Pd, Terzo Polo e Idv, e' che il premier si presenti al Colle per rassegnare le dimissioni.

Ad esporre al capo dello Stato le ragioni per cui i partiti dell'opposizione non ritengono che dopo la bocciatura del rendiconto si possa procedere alle comunicazioni del premier, sara' nel pomeriggio il presidente della Camera Gianfranco Fini. Che nella mattinata a Montecitorio ha incontrato i rappresentanti di tutti i gruppi parlamentari per raccogliere le istanze di tutti, in una situazione di grande tensione. Le opposizioni intendono fare fronte comune contro l'anomalia rappresentata dalle mancate dimissioni del premier. In mattinata un vertice di 'emergenza' si svolge alla Camera tra i leader di Udc e Api, Casini e Rutelli, e il segretario del Pd Bersani.

I democrat vorrebbero mettere in atto un vero e proprio Aventino parlamentare, anche per segnalare al Colle la gravita' dello stallo creato dal voto di ieri. E il capogruppo del Pd Dario Franceschini comunica ai suoi deputati di non partecipare alle riunioni delle commissioni gia' nel pomeriggio. Ma il Terzo Polo resta su una linea piu' prudente: continuare a invocare le dimissioni del premier, ma senza mettere in atto gesti eclatanti. Intanto, fervono i contatti tra i leader dell'opposizione e le aree del Pdl piu' insofferenti verso la situazione e convinte che una svolta sia necessaria. Un lungo colloquio si tiene tra l'altro al Senato tra Beppe Pisanu e Francesco Rutelli.

Ma la maggioranza tiene il punto e non recede dalle proprie posizioni. E il ministro Roberto Calderoli passa al contrattacco, chiedendo le dimissioni di Gianfranco Fini per avere ''impedito al governo di poter rendere le comunicazioni alla Camera dei Deputati gia' in data odierna, come richiesto''

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